(f.s.) Per molti avere uno screening degli avversari è assolutamente inutile. Invece noi pensiamo che quando si inizia una nuova avventura, tra le tante peculiarità che formano il bagaglio di una squadra bisogna avere anche una buona conoscenza degli avversari. Poi, è ovvio che nel calcio capiti che le previsioni spesso vadano a farsi benedire, al punto che quella che tutti considerano inizialmente una corazzata a stento correrà per i play off mentre altre formazioni che nessuno considerava taglieranno il traguardo per prime (prendiamo la Feralpisalò di quest'anno...).
Una cosa colpisce più di tutte nelle dichiarazioni dei presidenti delle varie società: nessuno è più disposto a spendere a scatola chiusa, in un campionato poi come quello della C che non garantisce a nessuno introiti significativi (televisioni, sponsor, ecc).
Vrenna, patròn da anni del Crotone ha tuonato: “Non ridimensioniamo, ma torneremo a fare quello che abbiamo sempre fatto negli anni passati: valorizzeremo i giovani e ci affideremo a pochi elementi esperti”. I pitagorici sono rimasti scottati dal campionato “monstre” fatto dal Catanzaro e poi sono scivolati contro il Foggia nei play off. In C erano la squadra col monte ingaggi più alto (quasi 7miloni e mezzo). Significative anche le parole del patron italo-australiano del Catania, Rosario Pelligra. Alle falde dell'Etna sognano di nuovo la serie A, entro 5 anni vorrebbero raggiungere l'obiettivo. Pelligra ha detto che servono 100 milioni per arrivare così in alto e che lui quella cifra può metterla a disposizione anche domani mattina. Poi però ha corretto il tiro: “Pensavo che saremmo saliti in C, ma non con questo anticipo sulla tabella di marcia. Potrei staccare un assegno da 100 milioni di euro per portare il club in Serie A domani stesso, ma non è questa l’intenzione o la via che vogliamo intraprendere. Vogliamo sposare un modello sostenibile”.
“La sostenibilità - avrebbe detto Shakespeare - è fatta della stessa sostanza dei sogni”. E' la virtù a cui tutti si aggrappano: fare spese sostenibili per non pentirsene in futuro. E se lo dicono società ricche come Catania e Crotone, non si può che udire le stesse rime da altri sodalizi che hanno mezzi economici più contenuti. E' quello che finora hanno sostenuto il presidente Vigorito e il direttore tecnico Carli: bisognerà dare fondo alle proprie idee, creare dal basso, dai giovani e spendere con parsimonia e saggezza, provando ugualmente ad essere competitivi. L'impressione è che nessuno, neanche negli altri gironi dove qualche magnate c'è ancora, sarà disposto a spendere cifre folli. E' per questo che quello che andrà a formarsi potete chiamarlo sin d'ora il “campionato delle idee”.