(f.s.) Dieci anni nel settore giovanile dell'Atalanta, dai Pulcini fino alla Primavera (premiato a Viareggio come miglior portiere nel 2008 con la Dea terza), poi la scelta, improvvisa e forse inattesa per molti: quella di allenare quando non ha ancora compiuto 24 anni (2013). “Decisi di iniziare l'avventura di allenare i portieri per seguire un amico, mister Giuseppe Butti che iniziava ad allenare a Lecco. Poi quando lui si dimise, mi venne voglia di tornare a giocare". Da lì le maglie del Lecco in serie C, Pro Sesto e Pro Patria. Poi la decisione definitiva: “Ad allenare provavo sensazioni che non provavo sul campo. Tanti passano dal prato alla panchina molto tardi, a me è accaduto molto presto e sono contento della mia scelta”. Da quel momento ben 7 stagioni in serie D, con Seregno, Inveruno e Sanremese, oltre 200 partite e già una discreta esperienza, pronto per approdare come il più giovane allenatore professionista in serie C nella la Pro Sesto.
E questa è storia di ieri. Nella cittadina milanese conosce già tanti, gli propongono un progetto basato sull'organizzazione, sulla crescita dei giovani e sul mantenimento della categoria. C'è unità di intenti, il matrimonio si fa. Gli inizi non sono semplici: il destino chiama i milanesi ad esordire a Vicenza, finisce 6-1 per i biancorossi. Nelle prime 8 partite la Pro mette in scarsella appena 8 punti: è quint'ultima e dietro sono appena in quattro. Ma dopo la sconfitta con la Juve, i lombardi mettono insieme la bellezza di 11 risultati utili (8 vittorie e 3 pari) e il loro campionato diventa improvvisamente importante. Fino al primo posto conquistato dopo la vittoria di Trieste e quella quarta posizione finale che vale i play off per la B.
Ora Andreoletti ci riprova alla guida del Benevento, una “blasonata” in serie C. Le ambizioni, in fondo combaciano: sia il tecnico di Alzano che la Strega hanno voglia di lasciare il segno.
Nella foto Andreoletti con la sua Pro Sesto dopo la vittoria di Trieste che gli regalava il primato: al centro in tuta azzurra