(f.s.) Gli inguaribili ottimisti si sono muniti da tempo di carta e penna, c'è tutto il campionato davanti ai loro occhi, le sfide che restano da giocare laggiù dove già si avverte il calore dell'inferno, quelle del Benevento e dei suoi avversari. Si fanno conti, tabelle, si prova a stilare la strada della speranza. Quelli più pessimisti hanno già buttato via tutto, per loro il destino è già segnato. Non gli si può neanche dare torto.
Un fatto è incontrovertibile però: molto poco dipende dagli avversari da affrontare, tantissimo dal modo con cui si affrontano. Per alimentare le speranze il Benevento dovrebbe improvvisamente scoprire quelle virtù che nessuno gli ha mai riconosciuto. Una sorta di miracolo, insomma. Ma poiché ci sono ancora ben 8 partite da giocare e i punti in palio sono addirittura 24, è legittimo sperare di poter ancora salvare il salvabile. In fondo il calcio è tutt'altro che una scienza esatta.
Ma cosa potrà fare il Benevento per rimettere la testa fuori dall'acqua? Cambiare tutto quello che si può. Lasciare fuori giocatori che ormai toccano sì e no un paio di palloni nel corso di una gara non potrà mai suscitare rammarico. E allora in un momento disperato, servono le mosse della disperazione. Subito dentro il più giovane del gruppo, il diciassettenne Carfora, per altro attualmente impegnato con la selezione giallorossa a Viareggio, avendo cura di non fargli avvertire chissà quale responsabilità. E poi recuperare tutti quelli che possono dare un contributo di aggressività, chiedendogli persino un sacrificio che travalichi il proprio stato fisico (Glik, El Kaouakibi, Kubica, e anche Veseli e Jureskin, che tra l'altro sono stati ritenuti ideonei dalla rispettive nazionali). Non è più il momento di preservare qualcuno. Preservarlo per cosa? Se è poi è il giocatore che non se la sente, pazienza. Va depennato e sostituito con un altro.
Il consiglio di Andrea Agostinelli, intervenuto ieri sera a Ottogol, non è per niente peregrino. “Se gli attaccanti non riescono a fare un tiro in porta, si può anche giocare con centrocampisti che abbiano attitudini offensive”. Il Benevento ne ha in organico e facendo determinate scelte non sembra proprio avere nulla da perdere. A volte genio e disperazione possono partorire le idee migliori.