Il calcio giallorosso è in lutto. Con la scomparsa dell'avvocato Ernesto Mazzoni se ne va una fetta di storia del Benevento, quella forse più romantica e portata avanti coi sacrifici di pochi imprenditori che hanno costellato il panorama sannita e di alcuni professionisti che hanno provato per anni a tenere alto il nome della squadra giallorossa. L'avvocato Mazzoni entrò a far parte della compagine societaria del Benevento nel lontano 1970 (30 soci, presidente Augusto Stanzione, che presero il posto del commendator Abete). Ne uscì definoitivamente 18 anni dopo, nel corso dei quali la squadra giallorossa visse momenti di esaltazione (la B sfiorata due volte nel 75/76 e nel 77/78) sia sotto la sua presidenza diretta che grazie alla sua guida attenta che mai venne a mancare. Il decennio 79/80 fu tutto sommato quello più ricco di soddisfazioni e segnò il passaggio piuttosto netto da un calcio tutto sommato ancora dilettantistico ad uno decisamente professionistico. Sarebbe anche inutile ricordare la stagione 75/76, con Italo Antonio Bocchino nelle vesti di presidente e Ernesto Mazzoni in quelle di vice-presidente. Una stagione diventata storia, quella che portò il Benevento vicinissimo al traguardo sognato per lunghi anni, la serie B. Una squadra, quella allenata da Piero Santin, che scrisse una pagina indelebile della storia giallorossa e che portò alla ribalta nomi incancellabili come quelli di Sartori, Penzo, Franceschelli e che fece sognare tutto un popolo che mai come allora si sentì così coinvolto dalla passione per la Strega.
Finchè ha potuto l'avvocato Mazzoni ha seguito con immutata passione le gesta del Benevento, entusiasmandosi per la promozione in serie B e poi in A. Ora quello stesso calcio giallorosso che tanto ha amato ne piange la scomparsa, insieme a chi lo ha stimato incondizionatamente anche nell'ambito politico.
In alto una foto degli anni ottanta dell'avvocato Mazzoni: sulla sfondo lo stadio Vigorito