Benevento, tutti devono dare qualcosa di più

Squadra senza una guida sul campo, errori e scelte sbagliate: si è giocato come voleva il Perugia

benevento tutti devono dare qualcosa di piu
Benevento.  

Ci voleva pure il “Boxing day”. Lo avevamo detto, in Italia non siamo abituati a lavorare il giorno di Santo Stefano. Figuriamoci se dobbiamo giocare una partita di pallone. 

Beh, diciamolo: questo “Boxing day” è roba da inglesi, che c'entriamo noi? Chissà se se lo sono chiesti anche a Bari dove si sono dati appuntamento in 50mila al San Nicola. In un altro giorno, forse, avrebbero fatto un incasso meno cospicuo, ma magari avrebbero vinto. Molti tifosi dei “galletti” si sono lamentati proprio di questo: “Quando facciamo i record sugli spalti, immancabilmente non vinciamo sul campo”. Per una volta vorrebbero essere loro ad andare dietro la squadra e non viceversa.

Anche al Vigorito il numero di spettatori non era affatto malvagio: 8.932. Ma il risultato sul campo è stato come quello del San Nicola: hanno vinto gli altri.

In un colpo solo si è tornati su uno dei gradini più pericolosi, come si fa nel gioco dell'oca. Il percorso continua ad essere accidentato e non si capisce cosa serva davvero per renderlo più agevole. Certo, qualche rinforzo a gennaio. E' la risposta più naturale che viene da dare. Ma servirebbe qualche giocatore “forte e pronto”, che sono le virtù più difficili da trovare nella sessione invernale del mercato.

Fatto sta che l'ultima esibizione della Strega all'ombra della Dormiente è stata, diciamo così, imbarazzante. Affermiamolo subito: Pasquale Schiattarella è imprescindibile per questa squadra, ma le sue condizioni sono davvero ai limiti di guardia. Eppure è davvero impensabile che senza di lui non si riesca ad avere né il ritmo, né le geometrie più adatte. Non scopriamo l'acqua calda se diciamo che è soprattutto un fatto di personalità, una prerogativa che manca a tanti dei giocatori di Cannavaro.

Contro il Perugia la squadra si è adattata all'avversario, ha provato a combatterne l'aggressività a ritmi che non aveva nelle sue corde. Ed ha commesso errori in ogni zona del campo: tanti e imperdonabili. La squadra umbra non era una sorpresa: ha giocato alla stessa maniera anche contro il Venezia ed ha vinto. Una ragione di più per cercare di portare gli avversari sul proprio campo di battaglia. Un pensiero che è rimasto solo un desiderio inespresso.

Tra otto giorni la squadra si ritroverà a Roma per un breve ritiro. Sarà un lavoro duro per lo staff tecnico perché la disponibilità dei tanti elementi che erano stati in infermeria sembra essere un ostacolo in più da superare. Come assemblare una nuova squadra con elementi che solo sulla carta si pensa siano superiori. E' il paradosso di questo momento: il Benevento giocava in maniera più decente quando aveva solo 12 elementi disponibili. Ora che ha quasi tutti a disposizione, non riesce più a raccapezzarsi.

Cannavaro non ha usato espressioni edulcorate per dire che il momento è di quelli difficili: “La casa di cura dopo un po' chiude, o ci diamo una svegliata oppure si rischia: stiamo tutti lì e qualcuno alla fine dovrà pur retrocedere”. Il messaggio, non certo subliminale, è alla truppa giallorossa. Chi se la sente dovrà dare qualcosa in più e trasformare la paura in energie positive. Come? Ecco il pensiero dell'ex campione del mondo: “Basta dir loro di guardare la classifica. Quando si vince si può anche fare a meno di guardarla, quando si perde no, bisogna assolutamente prenderne atto”.