Il Pisa non è più quella squadra spumeggiante ammirata lo scorso anno, ma può contare ancora su un organico di grande impatto, per altro numeroso (domenica Torregrossa è subentrato nella ripresa dalla panchina, così come i vari Canestrelli, Mastinu, Masucci, Murotan: averceli tanti sostituti...). Per altro il ritorno di D'Angelo sembra aver dato la scossa che ci si attendeva dopo l'inizio molle di Maran. E ora la squadra sembra aver ritrovato almeno la carica che la contraddistinse nella scorsa stagione.
Il Benevento è invece nel pieno del tunnel e stenta a vedere la luce dell'uscita: contro i toscani saranno ben undici gli assenti, considerato che oltre agli infortunati si sono aggiunti anche due elementi colpiti dal Covid. Una rosa falcidiata, qualcosa di surreale, mai accaduta prima d'ora.
Cannavaro avrà mille problemi per varare l'undici da opporre alla squadra toscana, magari potrebbe essere il momento di tornare ad una difesa a quattro, provando ad infoltire maggiormente il settore di centrocampo.
Anche se sembra difficile tenere conto dello schieramento avversario, ricordiamo che il Pisa opta generalmente per un 4-2-3-1. Controbattere la prevedibile densità che sarà in grado di fare a centrocampo sarà uno dei punti da tenere in considerazione da parte dello staff giallorosso.
Vista la ristrettezza della rosa, potrebbe venir comodo dirottare Improta a centrocampo (insieme a Schiattarella e Karic), lasciando posto sulle fasce a gente fresca come Foulon e Masciangelo. Da studiare per bene la composizione dell'attacco, dove in assenza di Ciano, si potrebbe optare per uno schieramento con una sola punta e due esterni.
Inutile dire che per ottenere un risultato positivo non basterà l'abilità di chi scenderà in campo: ci sarà bisogno di un pizzico di fortuna (lunedì l'Ascoli ha battuto il Cagliari con due “papere” di Radunovic...) oltre che di una determinazione senza precedenti. E' proprio nei momenti di difficoltà che bisogna metterci maggiore coraggio e forza interiore. Non si ristabilisce il “gap” tecnico tra una squadra e l'altra, ma si può provare almeno a contrastarlo. E' un momento così, come mai è accaduto prima: bisogna stringere i denti e aspettare che “passi la nottata”. Sperando anche che gli altri continuino a sconfiggersi a vicenda, senza che nessuno sia in grado di scavare solchi incolmabili.