L’improvvisa emergenza in difesa proprio non ci voleva. Veselj ne avrà per un po’, la distrazione al collaterale del ginocchio non ha leso i legamenti, ma i tempi di recupero non saranno brevissimi. In quanto a Glik, tra questo infortunio e la chiamata della Polonia per i campionati del Mondo (esordio martedì 22 novembre contro il Messico, si replica sabato 26 contro l’Arabia Saudita, si chiude il girone eliminatorio contro l’Argentina mercoledì 30), avrà davvero poco tempo per rendersi utile alla causa giallorossa.
Cannavaro dovrà dunque fronteggiare anche questa emergenza nel reparto difensivo, probabilmente tornando alla sua idea di partenza e proponendo in retroguardia una linea a quattro. Non è così semplice cambiare tutto di nuovo e in fretta e furia: non si fa a tempo a regalare qualche certezza che già c’è l’esigenza di tornare sui propri passi.
Cannavaro dovrà fare di necessità virtù e, chissà, magari non tutti i mali vengono per nuocere. Lui stesso si era lamentato della scarsa efficienza dei due “quinti”, ragione per cui disegnare in maniera diversa anche la parte anteriore della squadra può alla fine portare persino a dei miglioramenti.
Fatta eccezione per la difesa a quattro che sembra essere un punto fermo (tre soli centrali disponibili: Leverbe, Capellini e Pastina), il “corpo” centrocampo e attacco può essere schierato in tanti modi: il più semplice è il 4-3-3, ma non sono da scartare a priori il 4-3-1-2, il 4-3-2-1 e persino il 4-2-3-1. Molto dipenderà dallo stato di forma degli interpreti e dalla rapidità da parte degli stessi di calarsi nel nuovo modulo.
Di fronte ci sarà una squadra che sta bene fisicamente e che sta vivendo un autentico sogno. Come quello del centravanti italo-nigeriano Raphael Chidi Odogwu, 31 anni compiuti e un passato trascorso tra serie D e C (con qualche exploit di segnature nell’Arzignano e nell’Alto Vicentino): è stato lui a segnare il gol della vittoria a Palermo e a raccontare che prima dell’arrivo di mister Bisoli stava per andare via. Il tecnico ha invece voluto che restasse ed ora dice a tutti che il nigeriano dall’accento veronese ha buttato al vento una carriera che poteva essere assai brillante. Una nidiata di giocatori di C guidati dall’eterno Masiello, 36 anni ex Atalanta e Genoa, con un allenatore in panchina che sa cosa significa essere pratici e adatti alla serie B. Il Benevento dovrà avere il giusto atteggiamento a Bolzano, scacciando sia paure che spavalderia, trovando una giusta via di mezzo fatta soprattutto di pragmatismo. Solo così si potrà riprendere un cammino più sereno.