Volto sorridente, a suo agio nonostante le tante facce nuove e un feeling già solido con il presidente Vigorito e Foggia. Cannavaro si presenta così: “Sono stato fuori per tanti anni, non è però la mia prima esperienza come allenatore. Ma era arrivato il momento di tornare a casa. Dal primo momento in cui ho palato con Pasquale (Foggia, ndr), è stata importante la sua professionalità, la sincerità: tutte queste cose sono le più importanti. Ho fatto delle scelte: dopo 7 anni in Cina avevo bisogno di riposarmi. Credo che la tranquillità che ha Pasquale venga da un presidente che gli trasmette questo. Ho accettato questa sfida, la serie B è importante, ma noi abbiamo la fortuna di poter crescere, i nostri obiettivi ce li teniamo per noi. Ho sentito e ringraziato Caserta, gli auguro di trovare presto un'altra squada. Bisogna lavorare è l'unica cosa che mi piace, spero che un giorno sappia farmi apprezzare più da allenatore che da ex giocatore".
Aspettare una panchina a campionato iniziato non gli ea mai capitato: “Per me questa era una situazione nuova: Pasquale ha usato un tramite che è Paolo e quando mio fratello me lo ha chiesto ho detto subito di sì. Quando una squadra ti chiama è giusto rispondere di sì. Ho preso un po' di tempo perchè dovevo palare con chi mi gestisce, ma la mia scelta è stata subito di venire qua. Dopo l'annuncio ho palato con Pippo Inzaghi, ma non solo con lui: li ringrazio tutti, mi ha parlato benissimo di Benevento perchè la sua esperienza è stata fantastica”.
L'attacco del Benevento finora ha lasciato a desiderare: cosa si potrà fare? “Alcuni giocatori sono in ritardo: bisogna recuperare tutti fisicamente, poi proveremo attraverso il gioco, in area non possiamo permetterci di arrivare solo con due giocatori. Bisogna essere positivi. Il morale è un po' basso e dobbiamo lavorare anche su quello. L'idea sul campionato me la sono fatta: rose importanti, squadre che sono partite forti, ma anche la nostra rosa ha delle qualità: voglio far capire i concetti di gioco ai miei giocatori e recuperare la condizione di molti. Devo avere una gestione diversa, perchè bisogna ritrovare la forma: per ritrovala, come diceva Capello servono 10 partite.”.
Vincere e giocare bene, ecco l'obiettivo dell'ex campione del mondo: “L'esperienza in Asia mi ha permesso di rimettere in odine le cose che ho fatto da calciatore. Ho una mia filosofia: fase di possesso, di non possesso: spero di trasmetterla ai miei giocatori. Sono un allenatore che vuole vincere, ma giocando bene. In Asia e in Spagna ho acquisito questa mentalità. Non mi piace aspettare, meglio un passo avanti che un passo indietro”.