Benevento, per il salto di qualità servono i "nuovi"

In ogni caso col Cagliari avrebbe meritato di più, per numero di occasioni e il rigore non concesso

benevento per il salto di qualita servono i nuovi
Benevento.  

Benevento-Cagliari è sempre un film da raccontare. Una sfida quasi senza passato, ma con due precedenti che sono ormai storia. Poteva essere diversa la terza volta in terra sannita? Domanda retorica. 

La sfida con la squadra sarda, infarcita di ex, ha raccontato anche questa volta una storia contorta, arricchita di dettagli controversi e di casualità. La partita degli ex l'ha aperta proprio il gol del giocatore più atteso: Gianluca Lapadula. Liverani ha detto che era felice che si fosse sbloccato. E quale migliore occasione del ritorno in terra sannita che non nega mai la soddisfazione ad un suo vecchio pupillo di portare a casa un souvenir? Caserta aveva detto alla vigilia che sperava non ci fossero gol degli ex. Quelli giallorossi, del resto, erano tutti fuori gioco, da Farias a Tello, neanche convocati, fino a Leverbe, destinato a rimanere in panchina.

Il festival delle casualità è cominciato con una deviazione fortuita di Capellini, che ha praticamente messo sul piede dell'italo-peruviano la palla dell'1 a 0. Il raddoppio è arrivato con una dabbenaggine sull'angolano Luvumbo, che ha eluso la tattica del fuorigioco della difesa giallorossa ed ha trafitto Paleari. Che da parte sua altri palloni non ne ha toccati.

Sull'altro versante si è un po' sprecato. Forte, un paio di volte in maniera evidente, Simy ancora lontano da una condizione accettabile, una volta Acampora nel primo tempo quando ha chiamato alla gran parata Radunovic, un'altra nella ripresa Karic, che ha sorvolato l'incrocio con un tiro al volo che sembrava un missile terra aria. In fondo un buon numero di occasioni, soprattutto se rapportate a quelle dei cagliaritani. Mettiamoci pure l'episodio del calcio di rigore non dato, quello del 12' pt, quando Karic ha colpito il braccio di Rog che ha provato a girarsi. Lo stesso rigore a Como è stato concesso al Sudtirol da Feliciani di Teramo: Fabregas fa lo stesso movimento di Rog, il direttore non ha dubbi e concede il penalty. Come sempre non c'è uniformità di giudizio negli arbitri italiani (var compresa).

In definitiva non ha offerto grandi giocate la strega, ma di sicuro avrebbe meritato più dei sardi. Il fatto è che almeno la formazione di partenza non sembrava tanto più forte di quella che perse in avvio col Cosenza. Rispetto a quella mancavano Letizia e Viviani, con Veselj che prendeva il posto di Barba. Nient'altro. I nuovi acquisti erano tutti in panchina, da Schiattarella a Kubica, da Ciano a Simy, fino a Leverbe. Praticamente un'alta squadra. E' inutile girarci intorno: il Benevento potrà fare il definitivo salto di qualità solo quando potrà disporre di tutti i suoi effettivi: la prova insindacabile è lo scenario tecnico-tattico completamente cambiato all'ingresso di Schiattarella. Altrimenti sarà sempre la solita squadra che pagherà caro il primo errore commesso.