Serve una base da cui ripartire. Il presidente ha dato un consiglio sottilmente psicologico: “Facciamo finta di non essere ancora partiti”. Esercizio mentale che non a tutti riuscirà, ma riprendersi dopo lo shock col Cosenza è un obbligo per chi vuole bene alla Strega. E allora si può ripartire da tante cose, tutte quelle che hanno lasciato negli occhi e nella mente un po' di positività. Si può ripartire dal pubblico, da quei novemila (9.109 per l'esattezza) che hanno dato un senso alla serata del Vigorito, piazzandosi al terzo posto come numero di spettatori dopo il Barbera di Palermo (21.835) e il Tardini di Parma (11.459). Oppure lo si può fare direttamente dalle parole del patròn che spiega in un concetto semplice la posizione del club: “La società c'è e non lascerà nulla di intentato perché questa squadra faccia un campionato sempre competitivo, per fare bella figura, sempre dignitoso. E non c'è nessuna arrendevolezza né da parte mia, né da parte dei giocatori. Occorre un po' di pazienza. Magari non troppa...”.
Bisogna ripartire giocoforza anche dall'aspetto tecnico. Magari da quel primo tempo in cui l'urlo del gol è rimasto strozzato in gola in più di un'occasione. Fosse riuscita a segnare la Strega nel corso del primo tempo, forse ora racconteremmo un'altra storia. E' il calcio (il bello... il brutto... fate voi...), quello stesso sport però che non si fa con i “se” e con i “ma”. E' un fatto però che comprendendo quello che è accaduto nella ripresa può aiutare a migliorare la prestazione già nella prossima gara. Quella col Cosenza è stata due partite in una. Giocata decentemente nella prima frazione, con tentativi di entrare in area stanando gli avversari, con più di un'occasione gettata al vento per la scarsa mira, con pochi cross dalla tre quarti. Nella ripresa dopo il gol regalato tutto è cambiato. Forse anche troppo. Perchè se dopo 19' entrano Improta al posto di Tello, Insigne in quello di Farias, La Gumina per Karic, appare evidente che cambino le caratteristiche degli interpreti e anche le strategie offensive. Non più il tetativo di entrare in area manovrando, ma quei cross dalla trequarti che sono stati sempre preda facile della difesa silana.
“Proviamo a vincere a Genova”, ha detto il presidente, sottolineando che essere pessimisti non fa bene a nessuno. L'impresa non è delle più semplici. Blessin ha già vinto a Venezia e non avendo punti deboli su cui appigliasi ha cominciato a lamentarsi del portiere Martinez. Magari metterà tra i pali Semper, ma una cosa è certa, una corazzata così in B è destinata solo a vincere.
Una consolazione? Questa volta la Strega non ha nulla da perdere, hai visto mai che non le riesca una sorpesa?