Benevento, fatali i ko con le "piccole"

Ben 9 punti persi contro Cosenza (play out), Alessandria (retrocessa) e Spal (salva alla penultima)

benevento fatali i ko con le piccole
Benevento.  

(f.s.) Al Benevento era stato addebitato quest'anno l'incapacità di avere la meglio su squadre del suo stesso lignaggio. Eppure analizzando bene la situazione finale ci si accorge che la squadra giallorossa non ha mai perso contro le due squadre gia promosse (Lecce e Cremonese, quattrro pareggi), così come chiuderà pessochè alla pari con la terza che andrà in A, Monza o Pisa che sia. Con i brianzoli ha vinto all'andata (3-1) e perso al ritorno (0-3), con i pisani ha giocato addirittura quattro volte (due nei play off) e anche qui il bilancio è pari: due vittorie e due sconfitte. 

Insomma il luogo comune che questa squadra avesse sofferto le “grandi” si è un po' sfaldato: al termine del campionato la strega ha accumulato 11 sconfitte, perdendo sì una volta contro alcune delle squadre che hanno patecipato ai play off finali (Ascoli, Monza, Pisa, Brescia), ma all'atto pratico rimettendoci soprattutto contro formazioni che hanno lottato per non retrocedere o sono addirittura retrocesse (Alessandria, Cosenza, Spal) o contro altre che non sono andate oltre un modesto centro classifica (due volte col Frosinone, una col Parma e con la Ternana).

Un semplice dato statistico, che cancellerebbe quel luogo comune della carenza di personalità o di timore reverenziale nei confronti della squadre più forti. Scorrendo la classifica ci si accorge che le sconfitte sono arrivate senza tener conto della forza dell'avversario, ma sono probabilmente frutto del momento poco propizio in cui sono stati affrontati quegli avversari. Alla fine hanno pesato tutte, non è possibile scegliere quale abbia fatto più male. Fermo restando che la matematica ricorda semplicemente che battendo sul finire del campionato Ternana e Spal, vale a dire due formazioni che non avevano più nulla da chiedere alla loro stagione, il Benevento sarebbe andato direttamente in A, chiudendo a pari punti con la Cremonese, ma in vantaggio nella diffeenza reti.

E' il motivo maggiore di rammarico. Bisogna farsene una ragione e guardare avanti. Ad un campionato che, vista la partecipazione di autentiche “nobili” del calcio italiano (Genoa su tutte, la società più antica, datata 1893, con 9 scudetti vinti), si preannuncia sin d'ora come uno spettacolo assolutamente suggestivo.