Benevento, il destino nelle mani del centrocampo

Bisogna prima pareggiare l'agonismo degli avversari. Poi si potrà contare sulle doti tecniche

benevento il destino nelle mani del centrocampo
Benevento.  

Una vecchia volpe che ha militato nell'Empoli, Marcel Buchel, un bosniaco nato in Italia durante la guerra dei Balcani, Dario Saric, e due giovani italiani che sperano di sbocciare proprio nelle Marche, Michele Collocolo e Fabio Maistro. Il centrocampo del Picchio è più o meno questo, con l'apporto di volta in volta di un altro giovane talento, Calligara, dell'ex frusinate Paganini, dell'ex giallorosso Mirko Eramo. Il Benevento dovrà guardarsi dal ritmo che impongono i bianconeri guidati in mezzo al campo dal vecchio Buchel, transitato anche nella Juve Stabia di Caserta qualche anno fa. A leggere i nomi, l'Ascoli non sembra poter fare estrema paura, ma, si sa, in campo non vanno i nomi, ma giocatori capaci di infondere sul terreno di gioco la loro forza di volontà, una condizione invidiabile e uno spirito che li spinge verso traguardi impensabili. A dire il vero Saric, Buchel e Calligara c'erano anche nella gara d'andata che il Benevento vinse al Del Duca. Non sono cambiati gli uomini, è cambiata la condizione fisica e mentale.

E a questo dovrà stare attenta la squadra giallorossa. Che una buona cifra tecnica ce l'ha.

Anche in quel lontano 18 settembre, Fabio Caserta schierò i suoi col consueto 4-3-3: linea difensiva affidata a Letizia, Glik, Barba e Foulon, centrocampo con Calò in regia, circondato da Ionita e Acampora, attacco leggero composto da Insigne, Marco Sau e Improta. Il risultato lo ricordano tutti: 2 a 0 per la Strega coi gol di Sau e Insigne.

Come fare per ripetere quell'exploit? Serve come allora grande intensità a centrocampo, fermezza in difesa e deciso pragmatismo in attacco. Armi che il Benevento ha mostrato di aver alquanto smarrito ultimamente. Ma un play off costituisce un'occasione più unica che rara per riabilitarsi. In fondo Caserta ha ben poco da “inventare”, deve solo provare ad affidarsi agli uomini più pronti. Si parlava del centrocampo non certo per caso: è quello il motore di tutto, il luogo da cui nascono le azioni d'attacco e il settore del campo che deve fare filtro per non lasciare la difesa senza copertura. E' per questo che bisognerà allestire il reparto con tutta la cura possibile, senza badare ai nomi, ma affidandosi solo a chi è pronto a sostenere una vera e propria battaglia. Tutte le scelte saranno importanti, ma non pensiamo di sbagliare se diciamo che la linea di centrocampo (anche gli esterni saranno importantissimi) avrà nelle mani il destino della partita. Quello dell'Ascoli è ricco di agonismo e ritmo: come ha sempre detto Caserta, quando si incontra una squadra che fa della combattività la sua arma migliore, la prima mossa è almeno pareggiare la sua aggressività. Dopo, solo dopo, si potrà contare sulle proprie doti tecniche.