Elettroencefalogramma piatto. Il Benevento è in caduta libera e neanche le assenze riescono più ad essere una giustificazione. Il ko di Monza (terza sconfitta nelle ultime quattro partite) certifica l'addio matematico alla promozione diretta in serie A. Del resto con queste brutte frenate avere ancora chances di salire direttamente nella massima serie sarebbe stato come vivere qualcosa di soprannaturale. Dal recupero col Cosenza in poi è iniziata una discesa senza paracadute di cui non si intravede il punto di caduta. Brutto segno, perchè agli obiettivi non colti lungo la discesa, ora si aggiunge la preoccupazione per quello che potrà avvenire ai prossimi play off.
Monza costituisce uno dei punti più bassi toccati quest'anno dalla squadra giallorossa. 3 a 0 finale e i gol al passivo sarebbero potuti essere tanti di più. E' mancato tanto alla Strega, praticamente quasi mai in partita, quasi sempre dominata dalla squadra di Stroppa. Sarebbe servita maggiore sostanza, soprattutto a centrocampo dove il povero Viviani è stato ancora una volta lasciato solo nella ragnatela del settore avversario. Attacco evanescente, difesa senza le adeguate coperture. La sconfitta è la logica conseguenza.
I PIU'
Per la seconda partita di fila il migliore dei giallorossi è Alberto Paleari (voto 7). E' lui che evita alla Strega un'umiliazione maggiore. Finchè può si erge da autentico muro sulle conclusioni brianzole, poi sul “fuoco amico” (passaggio arretrato di Letizia e il rigore di Improta) può davvero poco. Trovare qualche sufficienza nella squadra di movimento appare davvero difficile. Farias fino ad un certo punto si è mosso abbastanza bene e come sempre avremmo preferrito rimanesse in campo un po' di più. Sufficienza stiracchiata anche per Foulon, che è entrato nella ripresa con un buon piglio, andando subito al tiro e infondendo nella partita quella determinazione che sarebbe servita anche agli altri.
I MENO
Sono davvero tanti. A cominciare da Arrtur Ionita, davvero l'ombra di se stesso (voto 4,5). Il moldavo ha da qualche tempo la spia della riserva accesa e quelle accelerazioni a testa bassa non fanno bene né a lui, nè alla squadra. Male Gaetano Letizia, che come sempre ci mette tanta volontà, ma è in un momento decisamete no. Suo lo sciagurato retropassaggio che ha causato il primo gol di Mota Carvalho, ma sue anche le continue assenze sulla fascia sinistra dove nel primo tempo il Monza ha trovato autentiche autostrade. Male ancora Improta, sempre più sballottato in ogni parte del campo. Questa volta gli è toccato fare il terzino, pur essendoci in organico almeno altre tre elementi in grado di farlo. Sul banco degli imputati il tecnico (voto 4), che neanche nel ritiro di Novarello ha trovato le alternative ai suoi fedelissimi. Questa squadra ha bisogno di rifiatare, ha bisogno di cambiare qualche elemento e anche l'assetto tattico ormai abusato di quest'ultimo periodo (i tre centrocapisti - quei tre centrocampisti - non reggono più il peso del gioco della Strega), ma l'allenatore si è guardato bene dal proporre qualche novità (anche in terrmini di uomini, da Masciangelo a Petriccione, fino ai Calò ed Elia questi ultimi utilizzati col contagocce nel finale) dopo aver tanto sofferto contro la Ternana. Per i play off servirà tanto coraggio in più. E forse non solo quello.