Benevento: il 30 aprile è una data da celebrare, ma anche di riflessione

Si onora l'impresa dei ragazzi di Auteri

benevento il 30 aprile e una data da celebrare ma anche di riflessione
Benevento.  

Sei anni fa terminava un incubo. Sì, perché l'impresa compiuta da Gaetano Auteri e dai suoi calciatori rappresenta una pietra miliare della storia del calcio sannita. Uomini che misero fine a ottantasette anni di storia in cui il Benevento ha affrontato con orgoglio, rimpianti, cuore, delusioni e gioie i campionati di terza serie e anche dilettantistici. La serie B era un sogno, anzi ci sono stati dei momenti in cui era una categoria talmente lontana che non rientrava neanche nelle immaginazioni più fantasiose. Sarebbe inutile sottolineare quanto questa reltà sia cresciuta negli ultimi anni, arrivando perfino a giocare per ben due volte il campionato di serie A. 

Sei anni fa, durante i festeggiamenti in piazza, nessuno avrebbe immaginato un simile andamento. In quattro partecipazioni nel torneo cadetto (soltanto il Pordenone, nell'attuale serie B, ha meno esperienza in tal senso) sono arrivate due promozioni e due qualificazioni ai play off, con l'attuale Benevento che può ancora giocarsi le ultime possibilità di promozione diretta. Il risultato "peggiore" fatto registrare da questo club è della stagione 2018/2019, terzo posto con 60 punti. Ed è tutto dire, se si considera che compagini come il Parma, che in bacheca ha ironicamente "giusto qualche coppa in più", versa nei bassifondi della classifica. Di esempi, anche di realtà che annaspano nelle categorie minori, ve ne sono a bizzeffe. 

Si vuole sempre di più, questo è indubbio. Bisogna avere le ambizioni nella vita e la voglia di fare sempre meglio. Ma è anche importante riapprezzare l'eccezionalità del momento rispetto alla tradizione precedente, seppur rispettosa e che ha inorgoglito i cuori di chi ama il Benevento. Servirebbe ritrovare quello spirito emerso proprio nel 2016, quando delle incertezze societarie spinsero la piazza a stringersi attorno alla squadra. Oggi fortunatamente simili problematiche non ci sono, ma serve ugualmente - al di là di antipatie e simpatie per il calciatore o il tecnico di turno - tutta la passione di quegli stessi tifosi che hanno lottato e pianto per la depressione di una serie B che non arrivava mai e che si sono sempre rialzati dopo cocenti delusioni. L'allenatore o il giocatore passano seguendo contratti migliori, ma il Benevento resta insieme alla sua gente e necessita di tutto l'affetto possibile. Così come accaduto il 30 aprile del 2016, ma anche in quelle giornate funeste in cui si tornava a casa mestamente dopo aver perso l'ennesimo play off.