(fra.san) C'eravamo tanto amati. Il titolo del film di Ettore Scola si addice bene a ciò che ieri è accaduto allo Zaccheria di Foggia. Di scena il Catanzaro, nelle cui fila oggi gioca Pietro Iemmello, ex idolo della tifoseria rossonera, 52 gol in 3 stagioni con i Satanelli, soprattutto nell'era De Zerbi. Il rapporto tra “Re Pietro”, come era soprannominato, e i tifosi foggiani si era deteriorato già nel 2019, quando il Foggia fu costretto alla retrocessione e al bomber fu dato alle fiamme un Suv. Questa volta si è passato il segno. E' bastato un calcio di rigore dubbio assegnato proprio per un intervento del portiere foggiano sull'attaccante catanzarese, per far esplodere tutto l'odio covato nei suoi confronti. Quando lo stesso Iemmello si è portato sul dischetto per fare tripletta (si era sul 5 a 1 e lui aveva già firmato due gol), si è scatenata la guerriglia. Un tifoso dalla Curva Nord è entrato in campo ed è andato ad un passo dall'aggredire il calciatore, a cui ha fatto poi cenno che gli avrebbe tagliato la gola. Il clima si è inasprito e Iemmello ha dovuto rinunciare a tirare il rigore e a far ritorno in panchina. Scene assurde. Sic transit gloria mundi...
Iemmello, che tutti ricorderanno nella sua parentesi tormentata nel Sannio, scatena spesso sentimenti contrastanti: a Benevento nonostante il flash back di un gol storico a San Siro (vittoria per 1 a 0 sul Milan), si ricordano più gli attriti con la tifoseria che i suoi gol. E' il destino di un ragazzo che ha sempre interpretato il suo ruolo nel calcio con un pizzico di insolenza. Basti ricordare l'episodio di Cosenza nel 2014, quando proprio con la maglia del Foggia addosso segnò un gol ai silani e sventolò la bandiera giallorossa del Catanzaro (storico rivale dei cosentini) sollevando le ire dei tifosi di casa: “Segnare al Cosenza, vi prego non fate moralismi, è stato un godimento assoluto. E sentire i tifosi fischiare dà il senso della rivalità, quella sana e sportiva, che secondo me ci può stare, ricordando sempre ai tifosi che lo sfottò deve rimanere tale e non deve trasformarsi in violenza”. In quel gesto e in quel post su Instagram che lo ritrae nella gioia dopo uno dei gol segnati ieri allo Zaccheria e per il quale ha scelto il sottofondo musicale della canzone di Blanco "Finchè non mi seppelliscono", c'è tutto Pietro Iemmello, un ragazzo che non ama i conformismi e il cui atteggiamento trasforma troppo spesso nel calcio l'amore in odio.