Intervenuto in diretta nel corso di Ottogol, il presidente Vigorito ha toccato diversi argomenti relativi al mondo del Benevento Calcio, a partire dalla ripresa dei giallorossi grazie alle quattro vittorie consecutive:
"Credo che una squadra rinnovata abbia dovuto fare i conti con un'amalgama da ricercare con una filosofia diversa da quella dello scorso anno e con una condizione complessiva condizionata dalla passata stagione, da ritenere anomala per via della pandemia. Abbiamo perso tre partite, figlie di un gioco non brillante ma anche di errori individuali. I ragazzi si sono guardati in faccia, grazie al sostegno di molti e a un allenatore che considero molto preparato, hanno avuto la capacità di riprendersi. Il Benevento da quattro anni fa campionati più che dignitosi. Nessuno potrà mai dire che non si onora la maglia. C'è stata una grossa discussione tra il tecnico, il direttore e qualche altro elemento dello staff. Sono state suggerite delle modifiche, ma di certo non imposte. Così si è trovata una quadra. Non si cambia un allenatore perché lo dicono i tifosi o qualche ex calciatore. Io sono sempre qui, con la sciarpa giallorossa. E' difficile staccarsi da questi colori".
TIFOSI - "Credo che l'assenza dallo stadio dipenda da tante cose. Oggi ho riproposto gli stessi prezzi scontati e sono stati fatti cento biglietti. Si tratta di disaffezione? Quando si dice che teniamo la squadra lontana dai tifosi, forse ci si dimentica che esiste una pandemia a livello mondiale e che se un calciatore prende il covid allora non potremmo giocare. A quel punto si direbbe che siamo superficiali. La società ha invitato i calciatori a limitare la presenza in strada, dove notoriamente il tifoso si avvicina, per cercare di fronteggiare in maniera intelligente la pandemia. A questo c'è da aggiungere l'obbligo della mascherina, così come le offerte convenienti di Sky e le partite giocate in orari assurdi. Poi aggiungiamo l'amarezza di come si è retrocessi. Qualcuno potrebbe pensare che si è persa fiducia nelle istituzioni calcistiche, ritenendo inutile andare in serie A perché poi una società come la nostra viene affossata. Di certo fa male ai calciatori andare in campo senza sentire i cori. Credo che meritino altro, così come la società. Non mi riferisco al presidente, ma quelli che lavorano e soffrono attorno. Poi c'è da dire che se quelli che vengono sono come quelli visti a Terni, allora ce li faremo bastare. Di sicuro nessuno può immaginare la gioia nel passeggiare all'interno dello stadio e sentire i tifosi che mi chiamano. Quella chiamata sottolinea che si è presenti ed è la cosa più importante. Siamo chiamati a formare di più le nuove generazioni, così come occorre avvicinare gli imprenditori. La squadra è l'anima della città. Il Benevento è una ricchezza, non Vigorito. Ci saranno altri calciatori, altri presidenti, ma non sparirà mai l'amore per questi colori. Non siamo mai venuti meno alle promesse di impegnarci per questa squadra. Credo che i tifosi l'abbiano capito. Il presidente vive dell'amore dei suoi tifosi. Il calcio è amore, altrimenti meglio non farlo. Personalmente non sono mai stato deluso dai beneventani nel momento del bisogno. In questi sedici anni ci sono state vittorie e sconfitte, ma anche episodi non felici. Ho sempre trovato il beneventano accanto a me. Sarebbe una tragedia la perdita dell'amore per la propria squadra. La mancata presenza non sarà un tradimento, ma cercherò di capirne ancora di più le ragioni per capire dove si sta sbagliando. Chi non viene allo stadio si priva di una gioia. Benevento ne ha bisogno molto".