Di Nardo: "Mi aspettavo un altro Benevento, ma non è tempo di processi"

L’ex giallorosso: “Contro il Perugia ho visto una squadra in difficoltà. Ci vuole tempo"

di nardo mi aspettavo un altro benevento ma non e tempo di processi
Benevento.  

Ha vestito la maglia giallorossa per quattro stagioni, sfiorando anche una storica promozione in serie B nell’annata 2003/2004, terminata con tanto amaro in bocca a causa del famoso “scippo di Crotone”. Antonio Di Nardo, in arte “u bambiniell”, da qualche anno è diventato allenatore. Nelle ultime stagioni è stato alla guida delle compagini giovanili della Casertana e del Napoli, mentre adesso è in cerca di una nuova sistemazione. Studia, si aggiorna costantemente e osserva molte partite. La presenza al Vigorito di domenica scorsa è stata anche una visita di piacere, visto che nel Sannio ha lasciato un bel ricordo a tutti i tifosi della Strega: “Per me è sempre bello tornare in uno stadio dove ho vissuto tante belle emozioni. Devo dire che è cambiato molto rispetto a quando giocavo nel Benevento. C’è un grande progetto, lo si avverte subito. Il presidente Vigorito sta facendo un qualcosa di importante, riuscendo anche a cambiare la mentalità dei tifosi. Ho vissuto una bellissima atmosfera, poi è chiaro che negli ultimi cinque minuti gli animi si sono un po' riscaldati, ma ci sta. Ho visto un bell’ambiente e una bella realtà”. 

La Strega ha raccolto un punto contro il Perugia senza entusiasmare: “Mi aspettavo un altro Benevento. Ho visto una squadra un più in difficoltà sotto diversi aspetti, come se non sapesse ciò che vuole. Adesso è ancora presto per giudicare, per carità. Siamo solo alla settima giornata e questa è una squadra che ha cambiato categoria e guida tecnica: ci vuole tempo per darle una identità ben precisa. Bisogna tenere anche in considerazione qualche assenza importante. C’è da lavorare, anche perché il Perugia è andato vicino a vincere la partita. I presupposti per fare bene ci sono tutti perché il Benevento ha un potenziale forte. Bisogna avere pazienza per far propria una identità ben precisa. Caserta, tra l’altro, è un ottimo allenatore che negli ultimi anni ha fatto molto bene sia con la Juve Stabia che con il Perugia”. 

Tutte le retrocesse stanno vivendo delle difficoltà, soprattutto Parma e Crotone: “Penso che la differenza la faccia la mentalità. Quando retrocedi dalla serie A, pensi di essere più bravo degli altri e di conseguenza nascono dei problemi. La cadetteria è un campionato imprevedibile, ma la differenza con la massima serie è evidente; quindi, l’unica cosa che fa la differenza per chi scende è l’aspetto mentale. Quando hai qualità, le partite riesci a portarle a casa”. 

Ha poi commentato l’andamento nel torneo cadetto: “Ogni anno c’è una sorpresa, così come si sta rivelando adesso con il Pisa. È un campionato particolare, ci possono essere continui ribaltoni. I nerazzurri sono una squadra normalissima, non sappiamo fino a che punto possa stare lassù. Ci sono delle compagini che sulla carta hanno qualcosa in più rispetto alle altre e che sicuramente alla lunga recupereranno il terreno, poi è chiaro che non sempre si possono raggiungere gli obiettivi. L’importante, e questo è riferito anche al Benevento, è che si lavori sempre al massimo in modo da entrare quanto prima nella mentalità della categoria”.