Archiviata la doppia sfida con il Malawi, in cui ha trovato anche il gol, Bryan Dabo è pronto a rimettersi al servizio di Pippo Inzaghi. Il centrocampista ha raggiunto il Sannio nella serata di ieri. Firenze l’ha ospitato per due stagioni, prima del prestito alla Spal e il definitivo trasferimento al Benevento. Sarà una sfida nella sfida, con Dabo che non si è fermato per un attimo nella rincorsa ai suoi due obiettivi principali: la salvezza in serie A e la qualificazione alla prossima Coppa D’Africa.
Due sfide al Malawi, quattro punti, novanta minuti in campo e un gol. Non potevi chiedere di meglio.
“Esattamente. È stata una bella esperienza, anche perché c’è un’attesa incredibile per la possibile qualificazione alla Coppa D’Africa. Si tratta di un risultato che la gente aspetta da un anno e mezzo. Sono molto felice di aver segnato, dando continuità alle buone prestazioni viste già nel mese scorso contro Congo e Madagascar”.
Cosa significherebbe per te giocare in Coppa D’Africa?
“Ogni calciatore sogna di partecipare alle competizioni internazionali per rappresentare il proprio paese, come potrebbe essere il Mondiale, l’Europeo o la stessa Coppa D’Africa. Per me sarebbe un traguardo davvero molto importante”.
Archiviata la Nazionale, sei tornato nel Sannio per metterti a disposizione di Inzaghi. Domenica c’è la Fiorentina, cosa ti aspetti da questo incontro?
“Le aspettative sono molto alte. Indubbiamente bisogna ricominciare a vincere, o quantomeno tornare da Firenze con un risultato positivo. Per salvarci occorre fare punti e dobbiamo interrompere la striscia di sconfitte al più presto. Sono stato fuori per quasi due settimane, ma so bene che il gruppo ha lavorato molto per cercare di rifarsi subito. Siamo costretti a fare risultato, questo è fuori discussione”.
Affronti la tua ex squadra. Cosa ne pensi della Fiorentina?
“Resta una grande società. La squadra ha un potenziale enorme che non ha ancora sfruttato. È un peccato per loro, considerato che la qualità non manca così come giovani interessanti che sono capaci di fare grandi partite. Ci sono elementi di esperienza, uno su tutti Ribery. Sarà difficile affrontarli”.
Come è stata la tua esperienza con la Fiorentina?
“Per me è stata una grande esperienza, soprattutto perché per la prima volta giocavo in una società importante. In Francia ho vestito la maglia del Saint Etienne, altro club molto famoso, ma non è come la Fiorentina. Ho amato sin da subito la città e la tifoseria, mi sono trovato molto bene. Mi farà un bell’effetto tornare al Franchi”.
L’ultimo precedente è entrato nella Storia per le grandi commemorazioni dedicate al compianto Davide Astori. All’epoca facevi parte della Fiorentina, cosa ricordi di quella triste giornata?
“Sono esperienze devastanti. Ricordo molto bene quella giornata, tra l’altro con il Benevento c’era un mio grande amico, Bacary Sagna, con il quale ebbi modo di parlare di quanto accaduto. Sono episodi che ti restano nella testa. Davide era un vero e proprio tesoro per la città e per tutta Italia: è un concetto che non risalto solo io, ma tutti. La sua morte ci scosse molto sotto tutti i punti di vista”.
Cinque sconfitte consecutive, di cui l’ultima con lo Spezia piuttosto pesante. Cosa sta mancando?
“Con lo Spezia è mancata la cattiveria che ci ha contraddistinti nel corso delle prime uscite. Non solo, anche il gioco è venuto meno: siamo stati meno propositivi rispetto a quanto visto contro Roma, Sampdoria o Bologna. Purtroppo, nel corso di una stagione possono capitare simili tonfi, dobbiamo farne tesoro e cancellarla al più presto. Dobbiamo andare avanti nel migliore dei modi”.
Con lo Spezia ti abbiamo visto come esterno a sinistra di un inedito 4-4-2. Cosa ti ha chiesto Inzaghi?
“Il mister era consapevole che in quella posizione mi snaturava, ma sa benissimo che mi posso adattare ovunque. Mi ha chiesto di attaccare la profondità e di essere pronto in fase difensiva. È andata male per il risultato, ma già non vediamo l’ora di rifarci”.
Con la Fiorentina sarà il primo “lunch match” stagionale. Cosa cambia per voi calciatori?
“Cambia tanto perché a quell’ora non si è svegli come in un match in notturna. Sono le regole, quindi a volte bisogna anche giocare in questo orario. Pensiamo solo a salvarci, senza badare molto ai giorni o all’orario. Ci prendiamo tutto partita dopo partita e con il giusto atteggiamento”.