Scherma Paralimpica: le parole di Bebe Vio sono una carezza all'Accademia Furno

"E' tutto stupendo, abbiamo trovato le condizioni migliori per allenarci".

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Benevento.  

La sua storia andrebbe insegnata nelle scuole. Una vita partita ben presto in salita affrontata come una sfida continua dove l’unico risultato inseguito è la vittoria. E’ per questo che Beatrice Maria Vio, detta Bebe, ha stregato l’Italia e il mondo intero con il suo fioretto che l'ha portata addirittura a sedersi a tavola alla Casa Bianca con Barack Obama. Lei è energia allo stato puro. Una cattiveria agonistica paragonabile a quella dei mostri sacri dello sport mondiale come Michael Jordan o Rafael Nadal. Due medaglie d’oro vinte alle Paralimpiadi, Rio de Janeiro e Tokyo, con quella in terra nipponica che è quasi un miracolo visti i problemi fisici avuti nei mesi precedenti. Dopo quello sforzo Bebe deve ancora recuperare, questo è uno dei motivi per cui è in raduno con la Nazionale paralimpica di scherma a Benevento presso la sala dell’Accademia Olimpica Furno. Un luogo magico dove ha allenato il proprio talento Rossana Pasquino, che in azzurro è diventata una grande amica della venticinquenne campionessa veneta. La “professoressa” però manca all’appello. Impegni lavorativi l’hanno portata all’estero, ma Bebe ne sente la “presenza”. 

“Fa stranissimo vedere le sue foto ovunque ma non averla con noi nella sua città. Però sento la sua anima. Da quando è entrata nella squadra ha portato una ventata d’aria completamente nuova, la adoriamo”. Parole che non sorprendono, lo spessore umano di Rossana Pasquino è da medaglia d’oro, nel Sannio lo sanno bene.

La palestra sannita ha colpito Bebe. “E’ la più luminosa che io abbia visto, si sta veramente bene. In Hotel è tutto stupendo, rilassante, a Benevento abbiamo trovato le condizioni perfette per allenarci bene”. Parole dolci che sono una carezza gradita per per l'Accademia Olimpica Furno, per il Coordinatore della scherma paralimpica Dino Meglio, per Francesca Boscarelli e la famiglia Furno che hanno lottato per costruire qualcosa di grande. 

La veneta ha cullato il sogno della paralimpiade fin da piccola. A Londra, nel 2012, era troppo giovane per partecipare. L’appuntamento col successo però fu solo rinviato di quattro anni. Allenarsi con la bicampionessa paralimpica è uno stimolo per tutti: dagli allenatori agli altri atleti che vogliono emulare i suoi successi. Bebe è un grandissimo esempio per tutti giovani che possono avvicinarsi allo sport che sia Olimpico o Paralimpico. 

“Quando stiamo insieme è sempre bello, vedo i giovani che cullano il sogno della paralimpiade e questo è bellissimo”. Lei non lo dice, ormai è una perfetta donna di spettacolo e comunicazione, sa gestire i tempi e le parole, ma se la paralimpiade è diventata un sogno c’è anche il suo zampino e quello di Alex Zanardi. Due immensi campioni che hanno cambiato per sempre la percezione dello sport paralimpico nel nostro paese.