Sveglia presto. Condizioni estreme. L’Olimpiade di Tokyo è anche questo. La 50 km di marcia è la più lunga e difficile gara del programma dei Giochi. Forse anche per questo quella giapponese era l’ultima, almeno per il momento, della storia a cinque cerchi. A Parigi infatti non ci sarà. Chi ricorderà per sempre questa giornata è sicuramente Teo Caporaso, marciatore sannita alla sua seconda esperienza Olimpica. A Rio de Janeiro nel 2016 era arrivata una squalifica per marcia irregolare che aveva lasciato al portacolori dell’Aeronautica Militare tanto amaro in bocca. A Tokyo il primo obiettivo è arrivare al traguardo.
La gara è partita alle 5:30 orario giapponese. L’anello del Sapporo Odori Park ha regalato subito emozioni. Fuga del cinese Yandon Luo e risposta immediata del primatista del mondo, quel meraviglioso atleta di 43 anni che risponde al nome di Yohann Diniz. Il francese ha ripreso il fuggitivo e l’ha staccato. Ha aumentato il ritmo cercando di fare il vuoto per prendersi quella medaglia che è l’unico alloro che manca al suo palmares. Ma i sogni a volte restano tali. Per lui problemi di stomaco e dopo un lungo tira e molla è stato costretto al ritiro. Intanto nelle posizioni dietro al gruppo dei leader Caporaso è passato al 15° km in 25^ posizione con 42 secondi di distacco insieme all’altro azzurro Agrusti. Ritirato invece il veterano Marco De Luca, subito in difficoltà alla sua quarta e sfortunata Olimpiade.
Stessa situazione al 20° km, mentre a metà gara il distacco è aumentato. Col passare dei km il ritmo impresso soprattutto dal polacco Dawid Tomala ha sgretolato il gruppo degli inseguitori e lasciato a grande distanza gli azzurri Agresti (21° a 3:17 al 35° km) e Caporaso (24° a 3:44). Come di consueto col passare dei km l’Ingegnere sannita comincia a rimontare tenendo un buon ritmo anche se i primi viaggiano a medie troppo alte per lui. Al 40° km è 22° a 5:59 col colombiano Ruiz a solo 6 secondi. La progressione di Caporaso al 45° km gli ha regalato la 21^ piazza a 7:45 dal polacco Tomala diventando anche il primo degli azzurri dopo aver riacciuffato, superato e poi staccato Agresti.
Caporaso è in scia al neozelandese Quentin Rew che occupa la ventesima piazza. Uno degli obiettivi del portacolori dell’Aeronautica Militare è proprio entrare tra i primi venti e negli ultimi due km ci prova. Intanto il sole continua a scaldare l’asfalto. Le condizioni sono più estreme ma non per il polacco Tomala che in 3:50.08 vince l’oro davanti al tedesco Hilbert e al canadese Dunfee che proprio sul rettilineo finale ha beffato lo Spagnolo Tur. Quinto il portoghese Viera. Negli ultimi cinque km arriva purtroppo il ritiro di Caporaso che per la seconda volta consecutiva non riesce a portare al termine la gara a cinque cerchi. Dopo la squalifica cinque anni fa a Rio de Janeiro questa volta è stato un problema fisico a rendere maledetta la 50 km Olimpica. Un vero peccato per Teo che meritava la soddisfazione di tagliare il traguardo dopo una carriera piena zeppa di sacrifici.