«Non toccate i ciclisti nel corso della tappa» è il messaggio che più volte nel corso degli anni è stato lanciato dagli addetti ai lavori all'indirizzo del caldissimo pubblico del ciclismo. Senza gli spettatori che affollano le strade questo sport e in particolare i grandi giri perderebbero gran parte del proprio fascino. Spesso, soprattutto sulle grandi montagne, assistiamo a spettacoli incredibili. Migliaia di persone che spingono col proprio entusiasmo i grandi del pedale verso imprese leggendarie. L'importante però è non allungare le mani perché basta poco per far perdere l'equilibrio ad atleti che sulle due ruote pedalano veloci verso il proprio obiettivo. Troppo spesso si assiste a cadute incredibili, l'ultima quella che ha coinvolto il velocista Daniele Colli, che ha subito una frattura scomposta del braccio sinistro, e della maglia rosa Alberto Contador che ha rischiato di dire addio alla novantottesima edizione del Giro d'Italia sul rettilineo d'arrivo della tappa Montecatini Terme-Castiglione della Pescaia. Tutta colpa di un fotografo amatoriale che si è sporto troppo dalla transenna ed è arrivato all'impatto con Colli. Uno di quegli incidenti che si posso evitare e che vanno assolutamente evitati.
Bisogna restare dietro alle transenne senza sporgersi troppo per il bene dei corridori ma anche per la propria incolumità. Altra caduta assurda in questa novantottesima edizione della corsa rosa è stata quella causata a Genova da uno sconsiderato spettatore che in bicicletta ha provato ad inserirsi all'interno del gruppo rosa. Il suo gesto ha portato i ciclisti a dover cambiare improvvisamente direzione finendo pesantemente sul manto stradale ad alta velocità. Gesti folli che vanno evitati, così come nelle zone non transennate bisogna stare attenti anche nel corso del passaggio della carovana pubblicitaria. Se volete acquistare magliette o gadget basta alzare una mano e i furgoncini dell'organizzazione si fermeranno immediatamente. Il Giro d'Italia è una grande festa per grandi e piccini, godiamocela senza imprudenze.
Michele Iacicco