Izzo: «A palazzo Mosti un anno di personalismi»

Il presidente del Consiglio Comunale traccia un primo bilancio a 12 mesi dal fine consiliatura

Benevento.  

“Ero il più giovane quando sono stato eletto per la prima volta in Consiglio Comunale, oggi invece sono il più vecchio...”. In una sua stessa battuta è possibile racchiudere tutta l'esperienza di Giovanni Izzo, presidente della civica assise di Benevento che partendo dalla seduta saltata martedì scorso ci regala un'analisi ed il suo pronostico sull'ultimo anno di consiliatura, quello ormai imboccato dall'amministrazione. Izzo, a palazzo Mosti dal 1996, ha ricoperto la carica di Presidente primeggiando su tre distinte assemblee: da tenere in debita considerazione sia lo scenario che ipotizza che i giudizi sul quadro politico. “E' cambiato lo spirito con cui si fa la politica – ci dice quando gli chiediamo un bilancio – d'altra parte è cambiata la politica, ed è cambiata la società. Focalizzando sul Consiglio di martedì che posso dire: gli strateghi suggeriscono di andare in guerra quando ci sono i numeri. Vero è che anche su questo versante va sottolineata una differenza con quanto avveniva in passato, quando maggiore rispetto alimentava anche i rapporti tra maggioranza ed opposizione”.

I giudizi di Izzo sono severi come i ceffoni di un genitore, e come tali sono senza appello: “A questa maggioranza è mancata la voglia di essere in Consiglio. Mi spiego meglio: c'è grande attenzione ad essere protagonisti sui giornali, alle partecipazioni nelle commissioni, ma in Aula subito dopo l'appello sembra che tutti abbiano di meglio da fare. Ed è quanto successo anche martedì”. Come si comporterà nel suo ultimo anno di attività questa compagine consiliare? Ecco come la vede il Presidente: “Ho assistito più volte all'epilogo di una consiliatura, e questa in particolare mi ricorda l'ultima a guida Viespoli, anche se lui ci arrivò già da candidato alle Politiche mentre sappiamo cosa sta succedendo a Pepe. In ogni caso, temo che aumenteranno i personalismi in maniera esponenziale, ciascuno penserà esclusivamente a coltivare il proprio orticello, assisteremo ad una frammentazione ancora maggiore: discorso che vale per maggioranza ed opposizione. Tra un po' ritorneremo alla dinamica 1 contro 600, quanti sono più o meno i candidati alle Comunali: gli uscenti proveranno a massimizzare il proprio vantaggio. Nemmeno le correnti o i gruppi, saranno protagonisti solo i singoli, nulla che non sia legittimo ma non è il massimo”.

Scenario a tinte fosche quello tracciato da Izzo che partendo da questo contesto analizza anche il futuribile in tema di Comunali: “Sulla mancata candidatura di Pepe alle Regionali registriamo la conferma di quanto già visto alle Provinciali, dove c'era stato un rimaneggiamento del peso della città. Fatto sta che tra il vertice della Rocca e consiglieri regionali non avremo nessuna espressione del Capoluogo, che pure in questi contesti avrebbe diritto a dire la propria. Una delegittimazione di Benevento che il PD doveva evitare. La città capoluogo è un po' diversa da una comunità montana”. “E' chiaro – conclude Izzo – che se non si trovano le ragioni dell'unità in un partito tanto forte da esprimere a palazzo Mosti un monocolore, qualcosa non va. Questa situazione, purtroppo, sono convito non lascia presupporre nulla di unitario nemmeno per le Comunali. Mi viene in mente l'adagio di mia nonna che ammoniva: dividi ricchezza e diventa povertà”.

di Antonio Orafo