“L’assessore Pasquariello ha perfettamente recepito e fatto proprio lo stile del nuovo “corso”. Le sue ultime esternazioni, a parte l’eccesso di zelo da custode dell’ortodossia, si segnalano per il fastidio alle critiche, la supponenza delle risposte, la denigrazione dell’avversario e la finale rivendicazione dei numeri, come se il risultato elettorale non ammettesse repliche”.
Parte da qui “Mezzogiorno Nazionale” in una nota che prosegue: “Non è così, non funziona così. Conviene rassegnare all’assessore tre brevi riflessioni. La prima. Parafrasando Maranini, con la “democrazia aritmetica e dei numeri” non si governa. L’ultimo decennio ne è la riprova. La seconda. L’arroganza è sempre un segnale di debolezza. Soprattutto chi ha avuto ruoli diversi, in tempi diversi, ha il dovere di non smarrire la memoria e la dimensione di sé, anche per evitare effetti caricaturali.
La terza. L’assessore stia sereno. Non inseguiamo protagonismi, né abbiamo necessità di visibilità e, comunque, non ci interessa la polemica strumentale ma contribuire ad alimentare il confronto sui problemi.
In tal senso, evidenziamo all’assessore alcune questioni: La vicenda Terna. Abbiamo reiteratamente chiesto di attivare procedure ed iniziative di dibattito pubblico per recuperare trasparenza e visione d’insieme, per affrontare la questione contestualmente alle scelte di sviluppo della città e della provincia. Abbiamo invitato il Comune a utilizzare il provvedimento di proroga di “Benevento 2” e porre immediatamente il tema all’ordine del giorno. Non siamo stati degnati di una risposta, ma questo rientra nello “stile” di cui innanzi. Quel che preoccupa è che finora sono arrivati solo segnali di continuità rispetto al passato.
Il cosiddetto Piano delle periferie è una sommatoria di interventi e di proposte, alcune addirittura vetuste, senza selettività, senza scelte strategiche. Noi riteniamo che si tratti di un’occasione persa. Si poteva e doveva cogliere l’opportunità per un intervento, d’intesa con l’Iacp, sul patrimonio pubblico, ad iniziare dal Rione Libertà.
Sarebbe stato nu juorno buono e non un rap di periferia. La giunta ha deliberato il ricorso al Fondo di rotazione per un’intervento sull’area dell’Episcopio. Nel 2005 è stato aggiudicato un concorso di idee che ha premiato l’idea progettuale del prof. Culotta, denominata “Riqualificazione e valorizzazione delle aree di Piazza Cardinal Pacca, Bagni, teatro romano e Calata Olivella nel centro storico di Benevento”, con una previsione, dunque, relativa all’intera area. E’ doveroso chiedersi se la giunta ha tenuto conto o meno del pregresso, se lo ha condiviso o ignorato.
Si tratta di un interrogativo non banale o tecnico-procedurale, ma utile a comprendere l’idea di città dell’amministrazione, rispetto alle funzioni e alla qualità architettonica di un sito che richiede connessioni e non estrapolazioni.
Ed infine, sul depuratore. Ci è sembrato istituzionalmente corretto fornire un contributo di documentazione al nuovo sindaco ed a suo tempo gli abbiamo inviato il dossier di Mezzogiorno Nazionale e di TèL. Naturalmente, anche in questo caso, per lo “stile” di cui sopra, non abbiamo ricevuto neanche un segnale di ricezione. Il che ci induce ad insistere e a chiedere: l’amministrazione intende assumere la responsabilità della scelta localizzativa o rinunciare ed attendere un colpo di Bacino, nel senso del parere dell’Autorità di Bacino, appunto?
La domanda, per quanto ci riguarda, ha una risposta ovvia. Non può che essere il Comune a scegliere la localizzazione. Finora, però, non è chiara la linea che l’amministrazione intenda perseguire, tra continuità e cambiamento”.