Rapuano: ha raso al suolo la città, ora vuole ricostruirla?

Il Movimento 5 Stelle attacca Del Vecchio

Benevento.  

“In questi giorni di campagna elettorale abbiamo parlato spesso di cultura, di bellezza, di arte, di turismo, e del bisogno di avere dei luoghi interculturali che mettano insieme le persone, dove stabilire nuove relazioni sociali e immaginare un futuro migliore.
Abbiamo anche ascoltato e letto le parole di amarezza di Peppe Fonzo, attore, regista e leader del Magnifico Visbaal (la cui sede fu gravemente danneggiata per altro dall’alluvione di ottobre), legate alla mancanza di dialogo con le istituzioni e alla necessità di gestire uno spazio dove fare teatro e portare avanti i propri progetti”.

Prende il via da qui la lunga nota di Antonello Rapuano, per il Movimento 5 stelle, e prosegue: “Noi Cittadini a 5 stelle di Benevento abbiamo risposto in quella occasione, e oggi ribadiamo il nostro impegno a recuperare e a mettere a norma i teatri e gli spazi attualmente inutilizzabili, e a creare una rete operativo-gestionale che metta in collegamento addetti ai lavori ed imprenditori, secondo una logica che contemperi le esigenze di mercato e le esigenze culturali e artistiche della città. Noi vogliamo puntare ad un cambio di paradigma intellettuale che ridefinisca i concetti di benessere e ricchezza, applicando alla conoscenza il concetto di “bene comune”.

Diversamente il candidato sindaco Raffaele Del Vecchio, assessore alla cultura, dopo aver annunciato con enfasi, in compagnia dei vertici della politica locale (il consigliere regionale Mino Mortaruolo e il sindaco uscente Fausto Pepe), l'arrivo di tre milioni di euro attribuiti a Benevento ed al Sannio con il Piano Operativo Complementare per i Beni e le Attività culturali (POC), ha rivendicato con orgoglio, tra le cose fatte più importanti, il riconoscimento Unesco e l’aver portato la prima tappa del premio Strega a Benevento.

Vogliamo far presente all’assessore Del Vecchio e ai cittadini di Benevento che non c’è molto di cui andare fieri, dal momento che, dopo le prime due edizioni presentate al Teatro Comunale, dal 2010, il premio Strega si è tenuto al Cinema Teatro San Marco, a causa della mancanza di spazi agibili e utilizzabili (Teatro Comunale, Teatro San Nicola, giusto per citarne alcuni).

Quest’anno, però, dopo il sequestro del San Marco, in seguito ai fatti del 20 gennaio scorso, il premio si terrà al Teatro Massimo, con un’ulteriore spesa per il Comune, poiché ad oggi è l’unica struttura funzionante (privata), capace di contenere circa 700 persone.
Per quanto riguarda il riconoscimento della chiesa di Santa Sofia quale Patrimonio Mondiale Unesco, ci troviamo di fronte una delle sette testimonianze monumentali longobarde esistenti sul territorio italiano, all’interno del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere”.

I beni compresi nel sito sono frutto di una rigorosa ed accurata selezione (http://www.unesco.beniculturali.it/index.php?it/9/requisiti-per-liscrizione), e rappresentano, ognuno per la propria tipologia specifica, il modello più significativo o quello meglio conservato tra le numerose testimonianze diffuse sul territorio nazionale della cultura Longobarda.

A questo punto noi “Cittadini a 5 stelle” ci chiediamo:
Perché fregiarsi a fine mandato di un risultato che non rispecchia assolutamente le scelte politiche disastrose di questa amministrazione uscente in ambito culturale e artistico?
Perché ripetere in modo ossessivo e ipnotico il solito mantra secondo cui la colpa è della crisi nazionale e dei cattivi rapporti con la precedente giunta regionale Caldoro?
Perché farci il lavaggio del cervello con l’assunto secondo il quale solo con la filiera istituzionale a firma PD (Stato, Regione, Comune) si potranno garantire i risultati e i riconoscimenti che la nostra città merita?
Perché si torna spudoratamente a ricorrere alla vecchia consuetudine politica che destina risorse pubbliche in prossimità delle tornate elettorali?
Perché questa stessa vecchia, odiosa consuetudine favorisce proprio quegli amministratori che hanno lasciato agonizzare il nostro Teatro Comunale fino a consentirne la chiusura?
Perché non riusciamo a dimenticare che lo scorso giugno il vicesindaco e Assessore alla cultura, Raffaele Del Vecchio affermò che «il nostro Teatro è funzionante ma deve SOLO essere adeguato alle normative antincendio»?
Perché servono 510.000 euro per riaprire un teatro chiuso per motivi non dipendenti «dal cattivo stato di manutenzione del teatro, ma da questioni legate ad alcune caratteristiche tecniche non visibili al cittadino»?
Perché abbiamo il sospetto che, una volta spesi questi soldi per rimettere in moto il Teatro Comunale e finanziare l'ennesima edizione di Città Spettacolo, saremo ancora più poveri di cultura?
È dunque così che questi personaggi pensano di creare le condizioni per uno sviluppo culturale costante e autonomo partendo dalle radici e dalle risorse del territorio?

È senz’altro positivo che il vicesindaco abbia deciso (seppur tardivamente) di sedersi ai tavoli istituzionali per far valere le ragioni di Benevento e del Sannio, ma meccanismi che possono essere immaginati o, peggio, vengono fatti passare come automatici hanno invece bisogno di essere legittimati da una progettazione seria e condivisa. L’atteggiamento doloso di voler fare intendere che esista già una reale e piena disponibilità di fondi si scontra con la convinta opposizione di chiunque sia anche minimamente informato in merito al reale svolgimento delle procedure ed ha tuttora sotto gli occhi gli innumerevoli scempi urbanistici di cui le fontane del “PIU Europa” sono il disdicevole emblema.

Noi Cittadini a 5 stelle crediamo che la triade Del Basso De Caro (garante delle risorse nazionali), Mortaruolo (garante delle risorse regionali), Del Vecchio (candidato a utilizzatore finale di tutta questa opulenza che solo il voto al PD può garantire), non potrà continuare a camuffare o distorcere la realtà dei fatti: al di là della ostentata partecipazione a presenzialistiche parate di facciata, tanta parte dei beneventani è pienamente consapevole che la città è stata rasa al suolo dalla stessa classe dirigente che ora vorrebbe ricostruirne teatri e decoro”.