“Troppe polemiche, troppe incertezze e troppe interferenze di gruppi, correnti ed esponenti del notabilato regionale e nazionale”. Il giudizio sulle primarie del Pd arriva da Luigi Diego Perifano protagonista delle vicende del centrosinistra sannita da almeno un paio di decadi, anche se di recente assorbito dagli impegni istituzionali più che dalla politica. “La vigilia delle primarie è stata un’occasione sprecata per rilanciare, qui in Campania, il tema del legame tra partito ed elettorato”. “D’altra parte – continua la riflessione dell’avvocato – è necessario ripensare qualche cosa nel funzionamento dello strumento o nella platea degli aventi diritto. Un partito che voglia essere strutturato, come nell’ispirazione del Pd, deve conferire ai propri iscritti un’opportuna specificità”. Limiti tecnici che non dovrebbero influire sulla prova di oggi, e stavolta il giudizio è del politico: “Alla fine qui in Campania, nonostante tutto, scenderanno in campo i candidati che possiedono le caratteristiche per farlo. Questo va detto, nessun fuoriclasse resterà in panchina. Non si sono visti né statisti, né leader capaci di fare sintesi”. “L’incertezza piuttosto – continua la riflessione di Perifano - potrebbe pesare sul dato dell’affluenza, visto che sino all’immediata vigilia non c’è stata la sicurezza che queste consultazioni si svolgessero, potrebbe essere più complicato muovere le truppe organizzate”. Nelle previsioni del presidente dell’Asi, il clima rovente della vigilia non avrà ricadute sul riconoscimento dell’esito finale: “I candidati hanno ampiamente annunciato la volontà di collaborare lealmente subito dopo le primarie, in vista delle elezioni Regionali, le più importanti”. Impossibile, con Perifano, non trattare i temi del Sannio: “Questo territorio è stato cancellato dall’agenda di Caldoro che non a caso è venuto qui quasi esclusivamente per impegni di partito. Certo non basta la strada della mera lamentazione, e alle volte sembra che l’intero sistema Sannio sia assopito rispetto alle soluzioni per uscire dalla crisi. Al di là dell’impegno meritorio ed evidente del sottosegretario Del Basso De Caro, non bastano gli sforzi dei singoli ma serve uno slancio corale per evitare i rischi epocali che abbiamo di fronte a noi. Le istituzioni appaiono poco in grado di dialogare anche di fronte al rischio concreto che vengano soppressi presidi economici. Manca ad esempio un luogo di elaborazione della strategia per la tornata di fondi 2014-2020 che in tanti definiscono l’ultima occasione per il rilancio della nostra Regione”.
di Antonio Orafo