Benevento ha innanzitutto bisogno di partecipazione dei cittadini alla sua vita democratica. I delegati dei partiti da soli non possono soddisfare il bisogno di idee e di entusiasmo di cui ha estremo bisogno la nostra città: per questo ho accettato di intraprendere, insieme a tanti altri amici, il percorso che il prossimo 6 marzo vedrà il nostro popolo protagonista della scelta del candidato sindaco PD. La mia candidatura è nata prima di tutto dal bisogno di assicurare un’alternativa al popolo di centrosinistra che altrimenti si sarebbe trovato, come spesso avvenuto, di fronte ad una strada obbligata. La nostra battaglia in queste Primarie sarà innanzitutto tesa a fare chiarezza su quale PD vogliamo presentare alle prossime elezioni amministrative: un partito che si chiude e decide al suo interno nomi, liste, candidati e futuri assetti, o che è in grado di offrire soluzioni e alternative vere ai cittadini e chiedere a chi vive la città un contributo costante. Abbiamo deciso di sottoporre le nostre idee alla valutazione dei beneventani. Su questo tema credo che quanto denunciato da Luigi Abbate, dovrebbe costituire un punto di riflessione per i vertici del partito: in queste ore ho letto i diversi appelli ad un clima collaborativo e di reciproco riconoscimento, bene io sono d’accordo, ma per dare seguito ai buoni intenti bisogna dare la possibilità a Luigi Abbate di essere della partita. Il pluralismo, la possibilità di dissentire dalla linea maggioritaria senza che vi siano scismi o anatemi, non è un obiettivo ma la premessa a qualunque ragionamento politico: per questo chiedo all’altro candidato, Raffaele Del Vecchio, di sostenere insieme a me la presenza del terzo competitor in questa tornata di Primarie. Diamo subito la dimostrazione che un cambiamento è possibile, ora, qui, nel Partito Democratico di Benevento.
Redazione