Lunedi , presso la sede del PD di Caserta, tornerà a riunirsi il Comitato dei Capogruppo PD dei Comuni capoluoghi di Provincia della Regione Campania.
In quella sede il Capogruppo PD al Comune di Benevento, Giovanni Zarro, sottoporrà ai suoi colleghi due argomenti.
“Il primo: La Regione Campania deve amministrare per il tramite della Province e dei Comuni.
Le Regioni, quindi, la Regione Campania, per Costituzione e per legge, è titolare della funzione legislativa, regolamentare, di pianificazione. E’ titolare solo di una parte, molto limitata, di funzione amministrativa. Quella legata alle materie per le quali è previsto un esercizio unitario a livello regionale.
I Comuni, quindi i Comuni del Sannio, per Costituzione e per legge, sono titolari della funzione amministrativa. Nella sua interezza. Salvo per quelle materie per le quali è previsto un esercizio unitario da imputare ad un livello di governo diverso: Provincia, Regione, Stato.
La Regione Campania non si mai adeguata a questo indirizzo. Ha dispiegato sul territorio una amministrazione “da esercito di occupazione”; ha mortificato e mortifica gli enti locali, Comuni, Province ed altre Autorità Amministrative di tipo funzionale. Ha occupato il territorio in virtù di un regolamento organizzativo, illegittimo, in attuazione della legge n. 7 e 8 del 2010. Leggi palesemente anticostituzionali.
Gli Enti Locali, Comuni, Province, Autonomie Funzionali locali devono chiedere il rispetto della Costituzione e del Codice degli Enti Locali e riprendersi le funzioni amministrative che la Regione ha “scippato” loro. Che ora esercita in una condizione di illegittimità non eccepita. Lo devono fare, magari, attivando, se necessario, un referendum sulla materia per chiedere la abrogazione delle disposizioni legislative anticostituzionali.
Secondo argomento: Costituzione della Citta Metropolitana ed equilibrio economico regionale. Senza un’azione decisa di riequilibrio economico, il divario tra fascia costiera, zone interne ed i restanti territori, potrà, ulteriormente, aggravarsi.
L’idea di costituire la Città Metropolitana di Napoli è eccellente; riceve un consenso generale. Riceve anche il supporto del Gruppo Consiliare Pd del Comune di Benevento. Naturalmente un supporto ed un consenso politico che non da luogo ad alcuna azione specifica. Tuttavia c’è e va sottolineato.
Ora la domanda….la costituzione e lo sviluppo della Citta metropolitana quale effetto potrebbe avere sull’equilibrio economico generale?
La città metropolitana, all’atto, copre tutta la provincia di Napoli, conta circa 3.127.390 abitanti, 2013; ne contava n. 3.060.124, agli inizi del secolo. Si rileva una tendenza all’aumento. I campani sono poco meno di 6 milioni. Il Pil pro capite campano si cifra in 16.400 € (anno 2013). Il Pil complessivo dell’area metropolitana si cifra in più di 52mld di €. Il pil complessivo campano cifra poco meno di 100.000 mld di €. Ai restanti territori, per il Pil, la differenza; cioè, intorno, a 46 mld. Quanto agli abitanti intorno a 2.600.000.
All’area metropolitana possono aggregarsi se vogliono i comuni della Corona. Cosa porta tutto ciò? L’area metropolitana, un piccolissimo pezzo del territorio regionale, produce e consuma intorno al 55 %, del reddito regionale. Al momento della partenza della Citta metropolitana. E da sola!
Cosa potranno determinare le politiche di sviluppo? La crescita del Pil, naturalmente. Ma anche una forza centripeta che porta ad aggregarsi alla Città metropolitana i Comuni confinanti.
La crescita del Pil, complessivo, del Città metropolitana, in conseguenza, sarà robusta, robustissima rispetto ai restanti territori campani.
E cosa potrebbe, ancora, determinare? Un effetto idrovora, un effetto drenaggio quanto alle risorse economiche della restante parte della Campania. Si potrebbe assistere ad uno smottamento di parte della economia dei restanti territori campani verso la Città Metropolitana. Ecco il punto.
Il già precario equilibrio economico della Regione ne resterebbe segnato in negativo. Segnato, fortemente, in negativo.
La Regione non ha mai avviato una politica capace di integrare economicamente le due aree della Campania. Né credo sia all’orizzonte.
Sull’orizzonte, viceversa, balugina l’eventuale effetto idrovora. L’effetto drenaggio. Dovuto alla costituzione, alle politiche di sviluppo, agli effetti cumulativi dell’economia della Citta metropolitana.
Quid agendum?
Di questo tema bisognerà discutere non solo a Caserta. Ma nelle sedi politiche competenti. E chiedersi….la Regione avvierà, finalmente, una politica di riequilibrio vero? Declinata in modo impegnativo e non in politichese? Quando lo farà? Come? Facendo leva su quali elementi?”.