De Girolamo: «Chiusura Prefettura? Del tutto inopportuna»

Interrogazione dell'ex ministro

Benevento.  

Il rischio dell'ennesimo scippo ai danni della città si trascina il grido d'allarme degli esponenti politici del territorio. Sulla paventata perdita della Prefettura, infatti, è intervenuta anche la parlamentare sannita Nunzia De Girolamo, opponendosi seccamente all'ipotesi: «Con la legge n. 124 del 2015 di riforma della Pa si è delegato il governo a razionalizzare le Prefetture stabilendo dei paletti ben precisi, ma la razionalizzazione avrebbe dovuto prendere forma solo dopo la ridefinizione delle nuove funzioni da attribuire alle stesse. Non si spiega allora su quali basi il Ministero abbia ritenuto di anticipare la chiusura di alcune prefetture senza prima definire un organico procedimento di riorganizzazione delle funzioni stesse. E quali sono stati i criteri utilizzati per l’individuazione delle sedi da sopprimere e sulla base di quale istruttoria esse sono state individuate». 

E' l'incipit di un'interrogazione presentata dall'Ex Ministro Dell'Agricolura, in cui si afferma: «L’adozione di un simile provvedimento - si legge nell’interrogazione - appare in contrasto con lo spirito e il contenuto della legge delega di recente approvazione in quanto finisce per anticipare in modo irreversibile processi decisionali che, viceversa, devono costituire il punto conclusivo di un più ampio progetto di riorganizzazione della rappresentanza del Governo sul territorio. Infatti in assenza dell’abolizione delle Provincie e della riorganizzazione delle funzioni e compiti dell’Uffici Territoriali l’accorpamento delle Prefetture appare del tutto prematura rispetto all’attuale organizzazione dell’apparto centrale e periferico dello Stato. Peraltro – prosegue l’interrogazione - l'accelerazione della chiusura è ancora più inopportuna in tempi di sbarchi se si considera che le prefetture sono presidio di legalità e controllo del governo sul territorio. Diminuire questa presenza sul territorio appare del tutto inopportuno. Si a un piano di razionalizzazione e riduzione della spesa dello Stato, ma no al progressivo ridursi della presenza dello Stato sul territorio».

Redazione