Il Pil del Mezzogiorno è stimato in aumento dello 0,4% nel 2023, con una crescita dimezzata rispetto al Centro-Nord (0,8%). È quanto emerge dal rapporto Svimez nel quale si ricorda che la crescita a livello nazionale è +0,7%. Si riapre così il divario di crescita tra i territori, dopo un biennio di allineamento, a causa del diverso andamento dei consumi. La contrazione del reddito disponibile delle famiglie meridionali (-2%), del resto, è doppia rispetto al Centro-Nord. La Svimez prevede che il Pil nel 2024 cresca dello 0,7% a livello nazionale ( +0,7 al Centro-Nord e +0,6 a Sud) e nel 2025 dell'1,2% (+1,3 al Centro Nord e +0.9% a Sud).
La crescita è vincolata all'attuazione del Pnrr. Secondo il rapporto, l'incremento dell'occupazione, maggiore al Sud che nel resto del Paese, non basta ad alleviare il disagio sociale in un contesto di diffusa precarietà e bassi salari. Salari, lavoro povero ed emigrazioni giovanili sono ‘le questioni più urgenti’. Nel Mezzogiorno, la povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento occupata è salita di 1,7 punti percentuali tra il 2020 e il 2022, dal 7,6 fino al 9,3%: quasi una su 10. In generale nel 2022, sono 2,5 milioni le persone che vivono in famiglie in povertà assoluta al Sud: 250.000 in più rispetto al 2020 (-170.000) al Centro-Nord. Ieri a Roma alla presentazione del rapporto anche Francesco Nardone, Responsabile Istituzionale di Futuridea, che fa parte - con Svimez- degli istituti meridionalisti a favore di una nuova politica per il Sud.
“Ho partecipato a questo importante momento di confronto sul destino del Sud anche per portare il nostro contributo, come Futuridea, insieme a tanti ospiti del mondo imprenditoriale e culturale. Svimez – afferma Nardone – ha richiamato la necessità di procedere rapidamente ad invertire un trend storico purtroppo per il Mezzogiorno. Appare centrale l’attuazione del PNRR, che oggi vive in alcune realtà una criticità esecutiva, così come l’estensione dell’area ZES per tutto il Mezzogiorno. Consideriamo molto importante tre necessità che anche Svimez richiama: aumentare il tasso di occupazione femminile, oggi purtroppo drammaticamente basso al Sud: le donne infatti sono quelle più penalizzate dalla crisi e dalla carenza di servizi per le famiglie; aumentare poi le competenze tecniche a supporto delle amministrazioni locali del Mezzogiorno: occorrono più tecnici qualificati ed esperti sviluppo locali in grado di progettare e implementare progetti di innovazione sociale; ed infine aumentare le politiche integrate di formazione tecnica e avanzata, ad esempio con il rafforzamento degli ITS (Istituti tecnici superiori). Sono tutte necessità – continua Francesco Nardone - su cui Futuridea lavora da anni e su cui sta realizzando molti progetti, dal laboratorio di Micro Imprenditorialità femminile all’attivazione dei laboratori di innovazione territoriale, alla costituzione degli ITS, che anche nelle aree interne sono ormai una realtà. Occorre uno slancio nuovo ed un nuovo protagonismo dei territori in uno scenario che cambia, – conclude Nardone - mettendo al centro la doppia transizione, digitale e ambientale.”