Da quattro a zero: nessun sannita tra i candidati del Movimento Cinque Stelle

50 per cento dei voti nel 2018, eppure nei listini di Camera e Senato non c'è nessun sannita

da quattro a zero nessun sannita tra i candidati del movimento cinque stelle
Benevento.  

Dal 50 per cento al cupio dissolvi: il cammino del Movimento Cinque Stelle nel Sannio in quattro anni è da record.
Sembra quasi la storia di quelli che, poveri, vincono alla lotteria una cifra milionaria per poi ritrovarsi nel giro di pochi anni più poveri di com'erano prima, con la fortuna dilapidata in pochissimo: dalle statistiche pare sia successo a tanti, nel mondo.
Certo un partito non è una lotteria, e c'è da dire che stavolta non tutto, della scomparsa di candidati grillini almeno dai listini proporzionali di Camera e Senato.
E' uno smacco a tutti gli effetti a Sabrina Ricciardi il secondo posto tra i supplenti al Senato: al netto degli esiti delle parlamentarie e soprattutto del paracadute a Patuanelli, triestino e capolista in Campania. Avrebbero dovuto cassare i crismi e i riti partitici i Cinque Stelle, li hanno invece voracemente ereditati.
Il resto nulla: c'è da sperare negli uninominali anche se la logica del “Voi a prendervi i voti, a noi i paracadutati” più che a Grillo Beppe fa pensare a Del Grillo il Marchese, in sostanza.


Ciò in un'area che non è stata solo generosa, ma di più, col Movimento Cinque Stelle solo quattro anni fa: cinquanta per cento dei voti sfiorato e quattro parlamentari eletti.
Tanto per estromettere tout court il Sannio dalla partita, al netto dell'evoluzione non proprio trionfale negli anni.
Stravinse nell'uninominale Senato Danila De Lucia, oggi non ricandidata per sua scelta probabilmente anche per la consapevolezza dell'aria tutt'altro che buona che tirava, dopo aver portato il riconoscimento di “monumento nazionale per l'Arco di Traiano”, qualche interrogazione incredibile tipo gli eventuali danni che la proiezione dei gol del Benevento promosso in Serie A avrebbe causato allo stesso monumento, la rivendicazione tronfia dei vergognosi decreti sicurezza del fu governo gialloverde “Non siamo lo zerbino d'Europa”.


Stravinse Ianaro nell'uninominale Camera: oggi candidata col Pd dov'è passata da qualche mese, dopo che dal territorio si è allontanata subito dopo l'elezione ignorando l'architrave della politica che dice che sul territorio si prendono i voti, al territorio si rende conto...al netto delle pur meritorie iniziative parlamentari inerenti al suo campo d'azione.
Per contro aveva iniziato declinando bene il concetto del rapporto col territorio Pasquale Maglione, eletto nel proporzionale Camera e poi passato con Di Maio: picchetti e iniziative tra ospedali e fabbriche avevano visto il giovane caudino partire col piede giusto, salvo poi nell'ultima fase prendere una china diversa e discutibile passando dalla presenza al commentare la qualunque via note stampa.


Infine Sabrina Ricciardi, probabilmente la più “grillina inside” eletta al Senato nel proporzionale che da quello scranno tra alti e bassi ha lavorato fino all'ultimo declinando il pensiero del Movimento per il territorio. Avrebbe meritato di giocarsi la partita, anche quella eventuale dell'uninominale, con maggiori garanzie? Sicuramente sì, a maggior ragione se le parlamentarie non sono tout court ma abbinate ai paracadute contiani.
Poi certo, in mezzo ci sono un mare di stecche prese anche nel rapporto col territorio: su tutte la figuraccia della non presentazione di liste per l'elezione nel capoluogo dopo aver garantito l'appoggio a Perifano.


E se Baby K canta da zero a cento oggi in casa grillina si va all'inverso o quasi, vedremo dal 50 per cento del 2018 a cosa si arriverà...stante che uno zero già c'è, quello dei candidati nei listini.