Gestione idrica. L'ira di padre Zanotelli dopo il consiglio comunale: "Vergogna"

Seneca (Acqua bene comune): "Giorno triste per Benevento, non ha senso riaffidare servizio a Gesesa"

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Benevento.  

“Vergognatevi per quello che state facendo. I vostri nipoti per una decisione del genere non vi ameranno” le parole secche, a tratti dure di padre Alex Zanotelli, questa mattina a Benevento per partecipare, al fianco degli attivisti di Acqua Bene Comune, capeggiati da Giovanni Seneca, ha assistito ai lavori del Consiglio comunale che ha approvato la delibera con la quale si proroga, o meglio come ha pù volte precisato il vicesindaco De Pierro, si da il via libera alla prosecuzione del servizio a Gesesa.

Non ci sta padre Zanotelli, una vita spesa per urlare al mondo intero che l'acqua non può essere gestita dai privati e che “oggi rappresenta il vero oro per il mondo intero. È finita l'epoca dell'oro nero (petrolio ndr). Mi sarei aspettato, con la situazione che sta venendo fuori in Italia tra siccità e razionamento dell'acqua, è davvero da imbecilli non capire che l'acqua è il bene supremo di questo momento sul quale i privati vogliono allungare le mani per guadagnare. I Comuni devono gestire l'oro blu. Finiamola di farci governare da qualcun altro che vuole un bene così importante, primario e indispensabile”.

A padre Zanotelli fa eco Giovanni Seneca: “E' un giorno triste per Benevento e per tutto il Sannio. Il comune di Benevento ha portato avanti una battaglia ideologica, quella che il mercato possa gestire l'acqua, bene pubblico. Servizio riaffidato a Gesesa nonostante l'inchiesta sulla depurazione, sui problemi di alcune zone ancora non allacciate alla condotta principale e acqua attinta da pozzi. Cosa doveva succedere ancora per revocare la concessione? Qui si persegue l'interesse delle multinazionali e non capiamo il senso di tutto questo. Si continua a perdere del tempo prezioso con l'Ente idrico campano mentre i fondi del Pnrr si allontano sempre di più”. “Vergogna, vergogna” lo slogan gridato al termine della votazione dagli attivisti.