Il Consiglio Provinciale di Benevento, riunito oggi sotto la presidenza di Claudio Ricci, ha approvato a voti unanimi una deliberazione con la quale chiede al Governo centrale e a quello regionale misure concrete per evitare lo squilibrio di Bilancio pari a circa 5 milioni di Euro.
Lo Stato e la Regione possono evitare che cada in dissesto un Ente che non ne ha colpe e che ha, peraltro, ha i soldi in cassa senza poterli spendere. E’ necessario dunque poter rimediare ad una situazione paradossale.
Questo il succo della odierna seduta del Consiglio voluta dal Presidente della Provincia di Benevento Ricci per sollevare il problema insorto nella gestione dei Bilanci degli enti pubblici territoriali.
Il provvedimento approvato oggi alla Rocca dei Rettori, frutto anche del riaccertamento delle entrate e delle uscite effettuato nei giorni scorsi, ha costituito il momento centrale della riunione odierna del Consiglio, chiamato a svolgere, secondo l'esprssione di Ricci, una “operazione verità” da mettere sul tavolo del dibattito politico nazionale.
La situazione in cui versa la Provincia di Benevento è infatti identica a quella delle altre Province e la Rocca dei Rettori, che aveva già alcuni mesi or sono sollevato il problema, intende ancora una volta sottolinearlo nell'Agenda di Governo.
La delibera approvata oggi, infatti, fotografa una situazione in cui versano tutte (o quasi tutte) le Province italiane, situazioneche ha spinto la Corte dei Conti a coniare la definizione di “dissesto indotto” per questi Enti.
Se il Bilancio non è in pareggio la colpa è da attribuire non a cattiva gestione degli Enti, ma in primo ed esclusivo luogo ai tagli imposti dallo Stato pari ad un miliardo di Euro solo per il 2014 ed in secondo luogo al Patto di Stabilità che impedisce di spendere i soldi in cassa.
“Nessuna male gestione, nessuno sperpero di denaro pubblico – ha detto Ricci per spiegare la delibera -: se non possiamo redigere uno schema di Bilancio in equilibrio entro il prossimo 31 luglio, la colpa non è di questo o quel Partito, ma di una legislazione che ha creato una situazione paradossale”.
Ricci ha proseguito: “la verità è che noi, da una parte, abbiamo i soldi in cassa, ma non li possiamo spendere per i vincoli del Patto di Stabilità, mentre subiamo tagli indiscriminati di risorse finanziarie; dall'altra parte, la legge ci obbliga ad erogarecomunque i servizi, anche quelli che non ci competono più. E con quali soldi?”.
Per questo Ricci ha parlato di operazione verità: “è necessario che la pubblica opinione e il Consiglio provinciale abbiano piena consapevolezza della stato dell'arte”.
La proposta lanciata al Governo e alla Regione, che sarà sottoposta anche all'Unione delle Province d'Italia per farne questione nazionale, si basa sul dato di fatto che lo Stato e la Regione non hanno dato disposizioni in merito al Soggetto che deve gestire materie quali l'agricoltura, la cultura e il turismo che non competono più alle Province ai sensi della legge 56 del 2014. Poiché però la Provincia di Benevento, per senso di responsabilità istituzionale, continua ad esercitare quelle materiesostenendone i costi (per tenere aperto ad esempio il Museo del Sannio, la Biblioteca provinciale etc.), il Consiglio propone che i tagli finanziari imposti dallo Stato a tutte le Province italiane siano ridotti in misura corrispondente alle spese sostenute per le predette materie che si continuano ad eseRcitare. Per la Provincia di Benevento l'importo calcolato è di circa 5 milioni di Euro. Se tale misura fosse accolta, e considerato che la Provincia ha rinegoziato i mutui assunti con la Cassa Depositi e Prestiti, il Bilancio dell'ente potrebbe tornare in equilibrio.
La relazione tecnica su tale questione è stata svolta dal consulente Sergio Muollo: questi ha spiegato che il riaccertamento dei residui attivi e passivi ha attestato che in cassa la Provincia di Benevento ha 24 milioni di Euro, che tuttavia non può spendere per il Patto di Stabilità; d'altra parte la Provincia ha subìto tagli enormi di risorse pur continuando a dover garantire i servizi essenziali che quelle risorse avrebbe dovuto coprire. Rinegoziando i mutui, ha spiegato Muollo, la Provincia ha recuperato 3 milioni di Euro; restano da recuperarne altri 5 che sono appunto i costi connessi all'esercizio di quelle funzioni che la Provincia non dovrebbe più esercitare. Se lo Stato pagasse queste spese, la Provincia rientrerebbe in equilibrio di Bilancio.
“Purtroppo, però, le risposte dello Stato ancora non ci sono – ha osservato Ricci: e io non so come fare ad aprire il portone delle Scuole Superiori il prossimo 1° settembre per l'anno scolastico 2015/2016. Inoltre non so come assicurare la manutenzione per le strade provinciali. Le condizioni di sicurezza sono ormai assolutamente precarie sulla rete di 1.300 km. di estensione: vogliono che ci scappi il morto? - si è chiesto polemico Ricci”.
Sul punto sono intervenuti i consiglieri provinciali Francesco Damiano, Domenico Matera, Renato Lombardi e Giuseppe Molinaro, i quali tutti si sono spinti a sollecitare le dimissioni di tutti i Consiglieri provinciali italiani per rendere clamoroso lo stato di disagio degli Amministratori. Il provvedimento proposto da Ricci è stato quindi approvato a voti unanimi, così come sono stati approvati tutti gli altri iscritti all'ordine del giorno, fatta eccezione per il Bilancio dell'Azienda Asea, che è stato rinviato ad altra data.
Redazione