Il destino della Regione Campania è nelle mani della magistratura. Com'era prevedibile, la sospensione del neo-governatore De Luca ha portato ad una situazione di stallo che ha di fatto causato un vuoto di potere. Contro la sospensione è partito il ricorso dell'ex sindaco di Salerno, che spera di essere rimesso in sella entro il 12 luglio – termine ultimo previsto dalla legge per la convocazione del primo consiglio regionale. Dopo le asprissime polemiche che hanno contraddistinto la giornata di ieri – con il consigliere anziano Rosetta D'Amelio finito sotto il fuoco di fila delle opposizioni per la sconvocazione della seduta del parlamentino – oggi si torna a parlare a suon di carte bollate.
A Napoli è infatti stato convocato un vertice al quale, oltre la D'Amelio, hanno preso parte i legali che stanno seguendo per conto del centrosinistra la vicenda. Obiettivo: trovare una possibile via d'uscita. Nel frattempo, però, il tempo stringe e bisognerà riunirsi: voci di corridoio provenienti dagli ambienti partenopei fanno sapere che in aula si potrebbe andare giovedì 9 luglio. Oggi i consiglieri Pd sono attesi nuovamente in Regione per un ulteriore vertice e stabilire così il da farsi. Nel centrosinistra si ricorda che nemmeno l'insediamento di Caldoro è stato velocissimo: cinque anni fa l'ex governatore impiegò 44 giorni prima di andare in consiglio.
Il sentiero è dunque stretto e non poco accidentato. Le opposizioni vanno all'attacco. I più agguerriti sono 5 Stelle e Forza Italia, mentre Ncd sembra più morbida tanto che non ha firmato il ricorso degli azzurri. Ma la maionese impazzita di Palazzo Santa Lucia è complicatissima da decifrare. E, per molti, anche indigeribile.
Giovanbattista Lanzilli
