Il M5S scelga tra coltellate o carezze alla stampa locale

L'annuncio della senatrice Ricciardi: due ddl per la libertà di stampa...in un clima ostile

Benevento.  

La senatrice sannita del Movimento Cinque Stelle Sabrina Ricciardi ha informato di essere co-firmataria di un importante disegno di legge a tutela della libertà di stampa.
La legge punta a regolare le liti temerarie e la tutela delle fonti dei giornalisti. Anzitutto la Ricciardi ha analizzato un triste dato riguardo le odiose richieste di risarcimento che spesso, usate come minaccia, paralizzano l'attività giornalistica: “Su 100 richieste di risarcimento ai danni di giornalisti, 40 sono infondate. Parliamo di richieste milionarie, ovviamente, e dunque veri e propri atti intimidatori. Pensate alla potenzialità di certe lobby, che a suon di maxi querele possono davvero, di fatto, manipolare l'informazione, impedendo ai giornalisti di fare un lavoro serio ed oggettivo. Eppure, sapete quanto costa effettuare una citazione milionaria? Nulla, perché se il querelante perde la causa, non deve sborsare un euro! Con tal ddl, invece, prevediamo che il giudice possa condannare chi ha avanzato la richiesta temeraria a pagare non meno della metà della somma chiesta come risarcimento”.
Il secondo ddl punta a mettere in sicurezza il segreto professionale: oggi se un giudice chiede di rivelare la propria fonte il giornalista non può fare altrimenti. In chiusura la senatrice spiega che sarebbe questa la dimostrazione lampante del fatto che il Movimento Cinque Stelle non è contro la stampa, tutt'altro.

Bene, i due disegni di legge che vedono Ricciardi cofirmataria sono senz'altro degni di plauso, in particolare il primo: specie per le testate locali, piccole e spesso troppo deboli economicamente le maxi richieste di risarcimento sono paralizzanti. Basta questo però a chiarire una posizione di non ostilità nei confronti della stampa? Su questo è lecito avere più d'un dubbio, visti altri progetti del Movimento.
Si diceva prima dell'effettivo beneficio che la stampa locale e le piccole testate trarrebbero da uno stop alle richieste di risarcimento infondate e le liti temerarie, il problema è che con quanto illustrato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'editoria, Vito Crimi, i benefici rischiano di essere nulli, perché la stampa locale e le piccole testate scomparirebbero.

L'azzeramento del contributo, come illustrato da Crimi, taglierebbe le gambe alle già poche sopravvissute testate locali che grazie a quello garantiscono informazione in territori che altrimenti sarebbero tagliati fuori dal circuito dei grandi giornali e posti di lavoro in un settore già falcidiato da una crisi senza precedenti.
Ciò a fronte di un risparmio praticamente nullo: 50 milioni all'anno, quanto una Regione piccola mette in bilancio per patrocinare sagre paesane e feste estive. 50 milioni di risparmio che si trasformerebbero in una spesa più che doppia in termini previdenziali, visto che finirebbero fuori circa 10mila persone tra giornalisti, poligrafici e tutte le altre persone che lavorano nel sistema della stampa e della distribuzione.

Si risponderà con la classica sul libero mercato e la capacità di starci dentro: una bella favola per chi opera in territori limitati, con la concorrenza di chi nel dopolavoro apre un sito, dando due spiccioli a qualche ragazzino sprovveduto e speranzoso, facendo concorrenza sleale a tutti gli effetti sia a giornali sia a siti online che invece decidono di rispettare le leggi. Stare sul mercato così è praticamente impossibile. D'altronde il finanziamento non è un'anomalia italiana: Francia, Germania, Regno Unito mettono a bilancio ogni anno somme che vanno dai 500 milioni a più di un miliardo di euro, in contributi diretti o indiretti. Dunque, tornando al progetto di Crimi, cui prodest? A ben vedere a nessuno, se non probabilmente a quelle lobby cui più volte fate riferimento in negativo.
Di certo negli anni si è assistito ad un utilizzo pessimo di quel contributo: i casi Lavitola (L'Avanti!) li ricordiamo bene e li condanniamo senz'appello, ma colpirne 100 per educarne uno sembrerebbe totalmente illogico. In questo modo se il disegno di legge di cui è cofirmataria passerà, resterà la sua assoluta utilità e meritorietà, ma senza nessuno che potrà beneficiarne. Ci pensi.
 

Cristiano Vella