In merito alla chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sant’Agata de’ Goti la Sezione del PCI di Sant’Agata de’ Goti interviene sulla questione e si schiera al fianco del Comitato nato per contrastare il ridimensionamento della struttura sanitaria.
"Va ricordato, ai dirigenti generali e ai vari sistemi di potere che hanno l’onere pubblico di garantire le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e che nessun discorso di natura meramente economica può rinnegare tale principio.
Il Diritto alla Salute - rimarcano dal Partito comunista italiano - non è barattabile con l’inefficienza di una gestione manageriale. Ci piacerebbe poi capire, accedendo ai bilanci, se e in che modo la paternità dei problemi finanziari dell'azienda ospedaliera Rummo possa davvero essere attribuita al solo Pronto Soccorso. Ci chiediamo e lo chiediamo all'Azienda, quale possa essere il peso economico del pronto soccorso nelle perdite complessive.
Il modello dei pronti soccorso, compresi i PPI, può aver senso solo se omogeneizzato su base territoriale, studiato in modo che i tempi di risposta a un’emergenza (a partire dai tempi di raggiungimento di un centro di primo intervento) siano contenuti in modo accettabile.
La struttura di Sant’Agata, inoltre, serve un territorio pluri-provinciale. Più che pensare di chiuderne il pronto soccorso, bisognerebbe riflettere su come potenziarlo in vista del possibile maggior carico di lavoro che tale struttura potrebbe assorbire se reso totalmente efficiente, anche per la sua posizione vicina ad arterie viarie molto trafficate.
Non dimentichiamo poi che la chiusura del Pronto Soccorso andrà a rafforzare il processo di spopolamento che molti comuni del Sannio, compreso il nostro stanno vivendo. Uno dei fattori che spinge le persone a scegliere un posto in cui vivere, è infatti l'accesso alla sanità e la possibilità di avere salva la vita in caso di eventualità negative.
Ultima questione: Il Polo Oncologico. La possibilità - sspiegano sempre dal Pci saticulano - che l’ospedale possa (un giorno) contenere un polo oncologico di eccellenza non cambia di una virgola il discorso fatto finora. Le esigenze dei malati oncologici e di coloro che si affidano alle cure di emergenza sono totalmente diverse: non è possibile pensare al polo oncologico come merce di scambio con il pronto soccorso. Qui si parla della salute delle persone, del loro diritto a ricevere cure veloci e ottimali nei casi di emergenza. E nessuno scambio è accettabile.
Naturalmente non vogliamo certo pensare egoisticamente di rapinare risorse e possibilità agli altri territori, come se i cittadini di S. Agata fossero più importanti di quelli di altre realtà. Noi vorremmo che ogni area potesse essere servita in modo da garantire una pari e ottimale capacità di risposta del Servizio Sanitario.
Proprio in questa direzione, a S. Agata si è costituito, giorni fa, un Comitato Pro Ospedale, rappresentato dalla dott. D’Abbruzzo, che con un’immensa voglia di farsi ascoltare dalle istituzioni, per sabato alle ore 16, ha organizzato una manifestazione di fronte all’ospedale, per manifestare la perplessità e la paura delle persone (certo non solo quelle di S.Agata) di fronte al problema della chiusura del pronto soccorso.
La Sezione del PCI di S.Agata appoggia il Comitato in questa sua iniziativa e invita tutti i compagni presenti nei territori e tutta la cittadinanza a partecipare alla manifestazione. Per quanto ci sarà possibile, saremo in questa lotta, a manifestare la nostra indignazione per quanto possano essere sviliti i diritti più basilari, a prender parte alla presa di coscienza collettiva della possibilità, per una moltitudine organizzata, di governare i processi e di non esserne travolti. E’ tempo di studio e di lotta: Dignità e Salute non sono merce di scambio".