"La formazione del nuovo governo giallo-verde pone una serie di dubbi sulla realizzazione delle grandi opere essenziali allo sviluppo dell’Italia. Da Nord a Sud, tutta una serie di infrastrutture di cui si parlava da decenni, finalmente finanziate e rese cantierabili grazie all’intenso e pragmatico lavoro prodotto in questi anni dal MIT guidato dal Graziano Del Rio, potrebbero di nuovo ricadere nella palude dell’incompiutezza per effetto dell’ideologica avversione, di matrice pentastellata, alle prerogative di un sviluppo competitivo del paese. Uno sviluppo che richiederebbe, semmai, un’accelerazione dei tempi di esecuzione, specie nelle aree come il mezzogiorno connotate da uno storico gap infrastrutturale". Questa la preoccupazione del Partito democratico sannita che attraverso una nota a firma di Giovanni Cacciano, membro della segreteria sannita chiede di non spegnere i riflettori sulle grandi opere previste dal precedente Governo al sud e nel Sannio.
"È noto, invece, come le posizioni dei 5stelle propendano per una deriva bucolica, esempi ne sono il proposto utilizzo di greggi di pecore per risolvere il problema dell’erba alta nella capitale d’Italia, ovvero la trasformazione della maggiore industria del Mezzogiorno, l’ILVA, nonché più grande acciaieria d’Europa, in un parco di archeologia industriale, immaginando di sostituire ai salari dei circa 20mila lavoratori, tra diretti e indiretti, forme di (finti) redditi da socialismo reale.
Tuttavia, al danno potrebbe persino aggiungersi la beffa! Temiamo, augurandoci vivamente di sbagliare, che possa essere proprio il Mezzogiorno d’Italia, unitamente alle sue aree interne, l’agnello da sacrificare sull’altare del compromesso di governo tra Lega, che nonostante il furbo maquillage resta anzitutto Nord, e il Movimento 5Stelle.
Quando l’ex brigadiere Toninelli, neo titolare del MIT, avrà completato la c.d. analisi «costi/bnefici» delle opere in programma (un modo come un altro per prendere/perdere tempo e tentare di capirci qualcosa) e dovrà/vorrà licenziarne alcune a dispetto di altre, quali rischieranno di saltare in ossequio alla propria tracotante ideologia pauperista?
La Lega (Nord) permetterà - chiede Cacciano - che siano soppresse tutta una serie di grandi e medie opere immaginate per soddisfare le esigenze competitive di quella parte del paese che, oltre ad essere di gran lunga la più produttiva, è anche e anzitutto il suo corposo bacino elettorale?
Discendendo per li rami, è noto che il Sannio e l’Irpinia, grazie all’ultra quadriennale impegno del Sottosegretario Del Basso De Caro, abbiano visto progettate, finanziate ed in parte già appaltate (o in procedura di bando) una serie di importanti, talune epocali, infrastrutture viarie, ferroviarie, idriche, etc. essenziali, benché da sole non sufficienti, per quel «balzo in avanti» nello sviluppo di queste terre atteso da decenni. Solo in Provincia di Benevento, le opere in campo, tutte già finanziate, ammontano ad oltre 3miliardi di euro. Si tratta di interventi, ormai molto noti, che interesseranno il nostro territorio per il prossimo decennio. Per citarne solo i più consistenti: l’adeguamento a 4 corsie della Telesina, il cui progetto esecutivo del primo lotto, di 4 mesi fa, è finanziato (per cassa) per 460 milioni di euro. L’alta capacità Napoli/Bari, un’opera ferroviaria ad alto valore infrastrutturale, con 6,2 miliardi d’investimento e fine prevista nel 2026. Ben due sono i lotti Sanniti: il 3°, relativo alla tratta Frasso Telesino-Telese Terme (375 milioni di euro), e il 4° inerente la tratta Apice-Orsara (990 milioni di euro). Il Completamento della Fortorina vale invece 225 milioni di euro, tutti già finanziati. È in appalto lo stralcio del primo lotto (per complessivi 70,6 milioni di euro) riguardante la realizzazione della variante alla strada statale 212 «della Val Fortore», nel tratto di attraversamento dell’abitato del comune di San Marco dei Cavoti.
È pertanto vitale - spiega Ancora Cacciano che le classi dirigenti di questi territori, a prescindere dalle proprie sensibilità politico-culturali, «facciano sistema» per preservare l’immane lavoro svolto. È legittimo affermare che si tratti di opportunità uniche, mai accadute prima e quindi difficilmente replicabili. È in gioco, stavolta per davvero, il nostro futuro.
Sannio e Irpinia, lo scorso 4 marzo, hanno avuto la fortuna di eleggere 11 rappresentanti in Parlamento, un record nella storia repubblicana. Ben 9 di quei parlamentari siedono nei banchi della maggioranza di governo. Anche questo è un record. Ci sono, quindi, le condizioni ottimali per condurre in porto tutto quanto già programmato e finanziato. In caso contrario, sarà impossibile sfuggire alla scure cui la Storia usa affidare i responsabili di tali scelleratezze.
Il Partito Democratico farà, in ogni caso e come sempre, per intero il suo dovere".