Arriva la risposta di Mino Mortaruolo alla senatrice Lonardo che l'aveva attaccato sulla questione sanità.
La Lonardo, in un post Facebook aveva dichiarato " È davvero stucchevole che dopo tante inesattezze scritte da Mortaruolo a proposito della crisi dell’Ospedale Civile di Benevento, dopo tanto averci redarguito, ora presenta una interrogazione in Consiglio Regionale, chiedendo spiegazioni in ordine alle difficoltà che vive la cardiologia.
Ci sarebbe solo da ridere, se non fosse tutto da piangere.
Ma è lo stesso Consigliere Regionale che, pur di difendere l’indifendibile rispetto a noi che abbiamo posto il problema di un ospedale che non è più tale, la cui qualità sanitaria precipita sempre più in basso, ha, insieme al PD, pretestuosamente ed ostinatamente difeso l’Atto Aziendale che fa acqua da tutte le parti, istituzionali e strategico-sanitarie.
Beh! Speriamo che qualcosa possa cambiare davvero..."
Il consigliere regionale a tal proposito replica: "
È vero senatrice Lonardo: ci sarebbe proprio da piangere.
Ma sa da cosa?
Da tanta approssimazione, improvvisazione e soprattutto da sparate inopportune e ad alzo zero contro chi, con tanto impegno e rischio di impopolarità, ha deciso di mettere in ordine un settore nel quale chi oggi La accompagna, nelle passerelle in lungo e in largo qui nel Sannio, ha dato il colpo mortale.
Questa amministrazione regionale guidata dal presidente Vincenzo De Luca si è trovata difronte uno scenario a dir poco raccapricciante.
Una Regione commissariata per la sanità non per meriti nostri ma da decenni nei quali chi oggi pontifica, versa veleno e bacchetta dalla cattedra, non può certo dirsi estranea.
Non sono stato certamente io a guidare il Consiglio regionale negli anni dal 2005 al 2010.
Non sono stato certamente io Consigliere regionale nel quinquennio successivo, peraltro nel momento più drammatico per la sanità campana che è stata investita dallo spettro del commissariamento.
Siamo seri e soprattutto si ponga un taglio a improduttive passerelle e a finte sceneggiate di solidarietà nei confronti dei cittadini.
Chi è chiamato a rappresentare un territorio, e pertanto è detto amministratore, ha l'obbligo soprattutto morale di parlare attraverso provvedimenti e atti, mediante interventi nelle sedi deputate e non con proteste di piazza o punzecchiature sui social che hanno l'arido effetto di disorientare i cittadini che nei momenti di difficoltà chiedono solo chiarezza, verità e concretezza.
I cittadini del Sannio conoscono bene chi è abituato a parlare con la forza dei fatti e dei provvedimenti e chi, invece, non perde occasione per farsi largo al fine di evitare che la polemica “possano cavalcarla i Cinque Stelle”.
Una politica dell'approssimazione, dello sparare nel mucchio, senza neppure riuscire a distinguere un dibattito su un atto aziendale da una interrogazionesulle criticità al reparto di cardiologia che fotografa e sottopone un problema di contingenza dettato dalla carenza soprattutto di personale andato in quiescenza o trasferito.
Tutte queste dichiarazioni che Lei ha rilasciato a raffica, lanciando strali e mai offrendo soluzioni, forse Le hanno fatto perdere un pezzo del puzzle: parliamo di professionisti che sono andati in pensione o che hanno preso la decisione di trasferirsi in altri nosocomi per ragioni personali che non compete né a me, né ad altri sindacare.
In queste settimane sono intervenuto raccontando fatti documentati, provvedimenti che sono agli atti della Regione, delle Commissioni, delle Giunte, della Prefettura, della Questura, della Provincia di Benevento.
Da quando con mio grande onore sono stato eletto Consigliere regionale ho sentito l'onere di questa responsabilità e mi sono dato un imperativo: ascoltare la mia gente e dare un contributo alla crescita del Sannio non attraverso convegni e sit in nelle piazze per una evanescente solidarietà; ma studiando le problematiche, confrontandomi con professionisti esperti delle tematiche ed evitando di ritagliarmi uno spazio a tutti i costi.
Alle grandi sfide relative al futuro delle nostre comunità, e la sanità è una di queste, non si risponde con domande o con i pollici versi di chi pensa di essere depositario della verità.
Alle grandi sfide si risponde con proposte che ad oggi, non ho sentito né da Lei, né dai Suoi amici di partito, né da chi è stato con Lei alla guida della Campania negli anni addietro, né da chi è stato deputato eletto dalla provincia di Benevento dal 1976.
Di quanti anni ha ancora bisogno prima di ricordarsi della sanità sannita?
E sempre in tema di sanità mi viene in mente una frase che di recente ho letto della neo senatrice Liliana Segre che dice: “la memoria è per me un vaccino contro l'indifferenza”.
È vero!!!
Sto constatando una totale indifferenza verso tutte le assenze, le mancanze, le occasioni perse nel passato prossimo per la sanità sannita e non solo.
Non ricordo un affanno particolare per la provincia di Benevento da chi, in qualità di già presidente della Giunta regionale, oggi sgomita per fare convegni a Benevento e diffondendo ricette miracolose per il "Rummo" e per il "Sant'Alfonso de' Liguori".
Voglio ricordarLe che il male orribile della sanità regionale che il presidente De Luca si è trovato a combattere prima da Governatore, e da qualche mese da Commissario, è stato l'assoluta mancanza di controllo.
Uno degli obiettivi sui quali abbiamo lavorato è stato quello di arginare lo spreco di denaro pubblico determinato molto spesso dalla complicità di strutture pubbliche e private e che ha prodotto, come effetto collaterale, la crescita a dismisura del numero di persone in lista d’attesa per curarsi.
Ma allora chi governava? Certo non noi.
Una svolta radicale nella sanità della Campania. Una svolta che siamo riusciti a imprimere grazie a una serie di incontri tenutisi a Roma in cui siamo riusciti a recuperare 600 milioni di euro di premialità, fondi bloccati dal 2013 per inadempienze della Regione.
Ma allora chi governava? Certo non noi.
Come ha detto più volte il presidente De Luca, la sanità campana era in coma. Non si riusciva neppure a garantire i servizi fondamentali. Siamo partiti da zero perdendo 13.500 dipendenti, con 4mila precari che tenevano in piedi le strutture e un bilancio finanziario che ci ha visto perdere un miliardo e 200 milioni di euro di fondo di accantonamento. Siamo stati costretti a superare ogni tre mesi l’esame del Ministero dell’Economia.
Ma allora chi governava? Certo non noi?
Ricordare fa bene. È salutare.
Ed è sinonimo di onestà morale e intellettuale.
Potevamo urlarlo ogni giorno e addirittura scegliere la strada più popolare di lasciare tutto così com'era. Non l'abbiamo fatto perchè i cittadini campani e del Sannio meritano una sanità seria, dignitosa, lontana dalle logiche del familismo.
Curarsi è un diritto costituzionale, non un privilegio che si concede a pochi eletti.
E siamo intervenuti con un piano operativo di dieci punti:
nuovo piano ospedaliero;
piano di assunzioni per 4mila persone tra medici e infermieri;
edilizia sanitaria;
eliminazione del ticket regionale di 10 euro;
accreditamento con strutture private con validità biennale;
semplificazione sanitaria per apertura studi odontoiatrici;
riconversione delle cliniche psichiatriche;
adeguamento delle tariffe per le tossicodipendenze;
apertura di nuove farmacie;
accordi con i centri antidiabete anche privati.
È ora dunque di smetterla con stucchevoli teatrini e processi all'intenzione.
Una cosa è certa: il Sannio avrà il Polo Oncologico e non perderà alcun servizio sia al Rummo che al presidio ospedaliero di Sant'Agata de' Goti dove sarà garantito anche il Pronto Soccorso h24.
E soprattuto dobbiamo raccontare la verità ai nostri concittadini: l'obiettivo che come Regione abbiamo inquadrato è la riqualificazione e il potenziamento di tutte le strutture sanitarie dell'area beneventana.
Un lavoro che è pienamente in corso sulla base di un rapporto di collaborazione che è davvero eccellente tra l'Azienda Sanitaria Locale e l'Azienda Ospedaliera Rummo di Benevento che sta producendo risultati significativi.
Abbiamo difeso il DEA di II livello a Benevento e si intende evitare in ogni modo il pericolo di chiusura di Sant'Agata de' Goti.
Chi afferma altro sta facendo speculazione e mente sapendo di mentire. Quanto alle quiescenze e ai trasferimenti sono invece partite le procedure di selezione del personale sia per le nuove assunzioni che per le sostituzioni.
E per concludere: non difendo l'indifendibile.
Difendo ciò che va salvato e che con il presidente De Luca con sforzi immani abbiamo cercato di tutelare: la sanità nel Sannio e il diritto a cure dignitose e qualificate per tutti!!!
Ribadisco: non basta porre i problemi.
Chi rappresenta politicamente i territori deve analizzare a fondo le questioni e dare soluzioni.
E a parlare per me sono gli interventi, le proposte, le istanze, i confrontinelle sedi istituzionalmente competenti.
Rendiconterò tutto questo alla fine del mio mandato.
E attendo che chi si occupa di politica, da oltre 4mila giorni e da oltre 15mila giorni, faccia altrettanto.
Con coscienza, serietà e senza teatrini!