Governo Lega - M5S, Sguera: "Se si fa uscirò dal Movimento"

Il consigliere : "Non posso restare dove si fanno accordi con razzisti e amici dei berlusconiani"

Benevento.  

“Not in my name” così Nicola Sguera, portavoce in comune del Movimento Cinque Stelle e tra i leader del Movimento in città commenta l'eventuale ma ormai probabile accordo di Governo tra Lega e Cinque Stelle con annesso patto di non belligeranza con Forza Italia.
Senza mezzi termini Sguera non nasconde che in tal caso non resterebbe un minuto in più dal Movimento, abbandonando anche lo scranno di consigliere per coerenza, visto che è stato eletto tra le fila del Movimento.
“Ribadisco quanto scritto ieri – annuncia Sguera su Facebook – e questo a prescindere da un contratto o un patto di governo: non potrò rimanere in un movimento politico che fa accordi con una forza il cui elettorato è nutrito di pulsioni razziste, che guarda al Front National come modello politico e che nella sua storia è stato puntello del berlusconismo a giorni alterni dal 1994. Nel giorno in cui si formalizzerà tale accordo uscirò dal Movimento Cinque Stelle e mi dimetterò dalla carica di consigliere”.
In un lungo intervento sul suo blog Sguera prosegue, spiegando i motivi della sua totale contrarietà all'accordo: “L’attuale Presidente della Camera, Roberto Fico, ebbe a dire pochi mesi fa: «Vi garantisco che mai noi saremo alleati con la Lega anche dopo il voto: siamo geneticamente diversi». Condivido in pieno tale affermazione («Siamo geneticamente diversi»), che per me rimane valida senza se e senza ma per due motivi che spero siano chiari:

1)       che la Lega sia una forza del cambiamento (potenzialmente) sarebbe tutto da dimostrare: una sorta di scommessa pascaliana che sinceramente non credo abbia una contropartita per cui valga la pena farla. Al contrario, a partire dal 1994 essa è stata, in maniera ondivaga, puntello del berlusconismo (e lo è tuttora nel governo dei territori);

2)     l’ideologia della Lega è intrisa di valori che a mio avviso sono incompatibili con l’approccio del M5S: volere un’altra Europa (e chiedere il referendum sull’Euro) non significa rinnegare l’europeismo in nome delle “piccole patrie”; chiedere una soluzione razionale e umana del problema dell’immigrazione non significa diventare razzisti; la rivendicazione di un nuovo legame sociale che è alla base del M5S («Nessuno deve rimanere indietro») è incompatibile con l’individualismo proprietario”.

Chiarezza dunque, è questo che chiede Sguera: “non è possibile iniziare la campagna elettorale e leggere che si continua a dialogare con una forza che puntella il potere berlusconiano e i suoi interessi. Né tanto meno, almeno per quanto mi riguarda, è pensabile che si faccia il “ballottaggio” con la Lega tra luglio e dicembre, per poi governare con lei. Insomma, reclamo rigore, coerenza e, soprattutto, chiarezza”.