Pd e primarie, note...discordanti

Da un lato Area Riformista, contraria alle primarie, dall'altro i renziani della prima ora

Benevento.  

Primarie sì, primarie no. Da una nota all'altra, il Pd regionale, e le diverse anime di cui è composto pongono la questione delle consultazioni interne, in vista delle elezioni regionali. 
Diverso, diversissimo, il contenuto delle due note. 
Da un lato quella vergata dagli esponenti di Area Riformista: Umberto Del Basso De Caro, Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti; Guglielmo Epifani, deputato Pd; Massimo Paolucci, vice capodelegazione eurodeputati Pd, che chiedono il blocco delle primarie: 

"Dalle straordinarie vittorie del centrosinistra napoletano, iniziate nel '93, sono trascorsi ormai venti anni. Quel lungo ciclo si è chiuso con la sconfitta alle precedenti regionali e il "disastro" delle comunali di Napoli. Dopo due decenni anche il più incallito conservatore dovrebbe considerare scontata l'urgente necessità di mettere in campo una nuova classe dirigente per i nostri vertici istituzionali e nuove idee per lo sviluppo della Campania.Faremmo un grave torto alla ricchezza del Pd campano se le prossime primarie dovessero trasformarsi nel replay "datato" di un vecchio film sempre con gli stessi protagonisti. Senza innovazione politica e culturale – aggiungono – le primarie si trasformano, inevitabilmente, in una un'inutile e dannosa rissa interna che invece di ricostruire una rete democratica di partecipazione genera delusione verso il perpetuarsi di vecchissime pratiche che con la "bellezza" delle primarie non c'entrano nulla", spiegano. "Ai tanti militanti ed elettori che giustamente vogliono poter concorrere alla scelta del candidato, non possiamo tacere o minimizzare le difficoltà. Chi, come noi, vuole difendere le primarie come strumento democratico di partecipazione – continuano – non può tacere o sottovalutare i rischi che queste possano essere macchiate da condizionamenti di ogni tipo e assenza di un vero confronto sui programmi". "Noi non vogliamo che si ripeta il disastro di Napoli: sarebbe un clamoroso regalo al centrodestra. Serve responsabilità da parte di tutti. Per questo – proseguono - salutiamo con favore l'iniziativa e la proposta avanzate da una fetta rilevante del partito campano che va nella nostra stessa direzione. Da oggi – concludono – il problema di una candidatura di rinnovamento e unitaria dal profilo in grado di aprire una pagina nuova nella vita della Campania si pone con più forza"

Dall'altro lato quella dei “renziani della prima ora”, favorevoli, invece, alle consultazioni interne:“Da mesi assistiamo ad un penoso teatro. Primarie si primarie no. Matteo Renzi ha affermato la sua leadership grazie alle primarie . Lo si faccia anche in Campania. Ci sono altre candidature? Ben vengano. Si celebri la consultazione senza ulteriori rinvii. Non si avvelenino ulteriormente i pozzi. Poi ognuno sceglierà e condurrà la sfida con libertà e lealtà. Ogni altra via condurrà ad una rovinosa sconfitta . Di cui , poi, bisognerà rendere conto.
Le primarie? Non si tratta solo di un diritto "irrinunciabile", ma di uno strumento utile ad affrontare una situazione che oggi, nel concreto, non può essere risolta diversamente“.

Tra le firme quelle dei sanniti Giulia Abbate, Francesco Nardone e Simone Razzano.  

di Cristiano Vella