Il Comune di Benevento approva, con 19 voti favorevoli, gli aumenti della Tari, che comporteranno, per i cittadini del capoluogo sannita, ulteriori tasse per due milioni di euro.
Sono gli effetti di un combinato disposto negativo costituito da anni di gestione allegra dell'Asia e degli aumenti imposti dalla Samte, la società che gestisce per conto della Provincia di Benevento, lo stir di Casalduni.
La lunga battaglia legale che ha contrapposto i comuni alla Samte, infatti, nonostante un pronunciamento positivo in primo grado, ha visto prevalere la società partecipata davanti al Consiglio di Stato. Di fatto, l'aumento del prezzo a tonnellata, passato dai 109 euro del 2014 ai 199 euro del 2015, è stato ritenuto legittimo. A carico di ogni comune, dunque, è da calcolare una differenza del 50 per cento dei costi per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Un salasso del quale la città di Benevento si è fatta carico, ma che alimenterà nelle prossime ore furibonde polemiche. Il sindaco Mastella, infatti, spalleggiato dall'attuale amministratore dell'Asia, Madaro, ha annunciato una conferenza stampa nel corso della quale saranno resi noti tutti gli sprechi delle scorse gestioni dell'Asia.
Che i comuni non paghino è vero, tanto che non solo nella provincia di Benevento, per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti solidi urbani, i conti non tornano. Ma nelle more degli arretrati da riscuotere grazie ai ritardi accumulati dai Comuni, la Samte – la società che si occupa della raccolta dei rifiuti - ha utilizzato questa sorta di limbo istituzionale per piazzare pesanti ricalcoli sulla tariffa, con la complicità del presidente della provincia Ricci, passata dai 109 euro del 2014 ai 199 euro del 2015. Con una aggravante sulla quale Domenico Parisi, sindaco di Limatola, non intende transigere e preannuncia una lunga ed estenuante battaglia legale: gli aumenti non solo sono stati decisi senza consultare i singoli comuni ma hanno un effetto retroattivo. Novanta euro di aumento per tonnellata di rifiuti indifferenziati per le casse di un piccolo comune significano tanti soldi e, soprattutto, tanto passivo da appostare in bilancio. Con i tempi contingentati per predisporre il previsionale, le amministrazioni locali saranno costrette a inserire queste cifre nei debiti fuori bilancio, appesantendo una procedura già complessa e complicata.
Di qui la lettera denuncia, una sorta di chiamata alle armi contro la Provincia di Ricci, presentata dal sindaco di Limatola al Prefetto di Benevento, chiedendogli di intervenire per mettere ordine nella vicenda.