E' la sera della verità per Ap. In serata ci sarà il coordinamento in sede, con Luigi Barone, i vertici del partito ed i tre consiglieri comunali che qualche mese fa hanno scelto di creare il gruppo a Palazzo Mosti.
I tre, dopo l'uscita dai gruppi mastelliani, si sono ritrovati in una condizione difficile: in maggioranza, ma marginalizzati, sotto il fuoco di fila di Forza Italia che a più riprese e a gran voce hanno chiesto l'ufficializzazione del loro ruolo di minoranza e di conseguenza l'addio alle presidenze delle commissioni consiliari.
E sembra che negli ultimi tempi anche il sindaco abbia sposato la tesi forzista, spiegando che conditio della permanenza in maggioranza sarebbe l'addio al gruppo Ap e il cambio di nome: nome ovviamente che non deve essere legato a movimenti o partiti nazionali, tantopiù se, come nel caso di Ap, legati ad alleanze diverse da quella che esiste a Palazzo Mosti.
Condizione che crea naturalmente disagio tra i consiglieri di Ap: in maggioranza come più volte da loro ribadito, ma considerati fuori dagli altri.
Ma non sono solo i consiglieri di Ap in mezzo al guado: anche i vertici del partito sembrerebbero poco convinti di proseguire oltre in questa situazione.
Il ragionamento è semplice: la situazione del gruppo consiliare ha quasi bloccato l'attività politica del partito, strettissimi gli spazi di manovra e una condizione controproducente in un momento delicato come la fase precedente alle elezioni politiche. Dunque sarà data massima libertà ai consiglieri: possono uscire dal gruppo e ritornare in maggioranza con mani libere. Mani libere anche per il partito, che dall'esterno potrà fare opposizione (come dettato dagli accordi nazionali) senza preoccuparsi di intaccare gli equilibri.
Dovrebbe essere questa la proposta che la dirigenza di Ap farà ai tre consiglieri, che potranno regolarsi autonomamente sul da farsi.
Crisvel