Consiglio, il M5S abbandona l’Aula per protesta

Farese e Sguera: una sciatteria non più tollerabile

Benevento.  

«La seduta odierna del Consiglio comunale, la cui convocazione è stata comunicata con PEC pervenuta alle 14,22 dell’8 febbraio, era dedicata all’adempimento di quanto previsto dall’art. 251 del TUEL. Il legislatore afferma che tali adempimenti (relativi alle entrate proprie) siano fatti «nella prima riunione successiva alla dichiarazione di dissesto e comunque entro i trenta giorni». L’11 gennaio il Consiglio comunale votò il dissesto. In Aula si sarebbero dovuti votare ben quattro ordini del giorno, preventivamente discussi nelle Commissioni consiliari. Purtroppo la documentazione è pervenuta appena tre giorni prima la seduta del Consiglio, rendendo impervio il lavoro di disamina e l’eventuale integrazione, cui non ci siamo comunque sottratti. Lo stesso capogruppo De Nigris ha chiesto: «Perché dobbiamo giungere sempre all’ultimo giorno, all’ultimo momento, con il presidente De Minico che deve convocare il Consiglio in regime di urgenza [...] con restringimento dei tempi anche riguardo le garanzie dei consiglieri?» Urgenza assolutamente ingiustificabile per un termine stabilito da legge, ma giustificato solo da una incapacità di adempiere per tempo. Ieri ben quattro Commissioni in seduta congiunta avrebbero dovuto analizzare tutta la documentazione, impresa divenuta oramai ciclopica. Dalla stampa abbiamo appreso che membri della maggioranza hanno continuato a lavorare fino alle 21,00 «per redigere gli emendamenti che la maggioranza proporrà al Consiglio». Oggi, dunque, si è assistito ad uno spettacolo surreale: la discussione e il voto su un atto la cui obbligatorietà era nota da un mese, preparato solo negli ultimi giorni dai funzionari preposti, messo a disposizione solo negli ultimissimi giorni dell’organo che avrebbe dovuto votarli, emendato (stravolto?) fino a tarda sera dalla stessa maggioranza!».

 

Così in una nota Marianna Farese e Nicola Sguera, consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle. 
«Solo per rimanere al Piano dei costi e alla relazione di accompagnamento per stabilire le tariffe della componente TARI della imposta unica comunale, abbiamo fatto notare contraddizioni, errori di calcolo ed errori di datazione assolutamente intollerabili in un atto di tale importanza. Stiamo parlando dell’unico tributo che non è legato al dissesto, e quindi non soggetto ad essere portato al massimo, il quale è vincolato alla sola copertura dei costi. Un’analisi puntuale dei costi avrebbe permesso di abbattere il tributo senza ripercussioni sui livelli occupazionali, e dare un po’ di respiro ad una comunità vessata da anni. Si è previsto invece un taglio tout court dei trasferimenti dal Comune all’ASIA. Le contraddizioni evidenziate sono innumerevoli, una su tutte ci dimostra di come sia inadeguata questa Amministrazione: da un lato dichiara che l’obiettivo principe è aumentare la massa dei rifiuti differenziati vendibili, dall’altra si prevede una diminuzione di circa il 50% delle entrate per questa voce! Questa è solo una delle tante leve su cui agire per abbattere il costo del servizio e alleggerire le bollette. Insomma siamo di fronte ad una sciatteria che, dopo otto mesi di governo della città, non appare più né giustificabile né, soprattutto, tollerabile.

Per questo motivo, per lanciare un messaggio forte a chi pur si è impegnato (De Minico, De Nigris) a che non si ripeta questa imbarazzante situazione, abbiamo deciso di abbandonare l’Aula prima del voto del primo punto e di non partecipare più allo svolgimento successivo della seduta, impegnandoci a disertare i lavori consiliari ogni qual volta i consiglieri non dovessero essere messi in grado di svolgere adeguatamente il proprio ruolo di controllo. Non ci interessa sapere di chi siano le responsabilità. In una girandola di cambiamenti, il Sindaco e la sua Giunta hanno scelto i ruoli per i propri Dirigenti. La responsabilità è congiuntamente tecnica e politica. Dopo l’ennesima figuraccia, che segue di pochi giorni la mancata presentazione del questionario sui costi e i fabbisogni standard, è necessario cambiare completamente registro.

Per chiudere: la città non può risentire dello scontro, avviatosi in questi giorni, tra l’Amministrazione e una sua Partecipata (l’Asia). Il M5S terrà una conferenza-stampa, in attesa del Consiglio monotematico, in cui espliciterà le proprie posizioni sulle criticità dell’Azienda, riservandosi altre azioni miranti a fare chiarezza in un ginepraio il cui malfunzionamento rischia di avere pesanti ripercussioni sulla vita di tutti i cittadini».