"Nell’epoca delle post-verità, delle fake-news e delle bufale non poteva mancare il protagonismo mediatico-ciarliero del sindaco di Benevento. L’illustre scende in campo per commentare una «non notizia», ovvero la falsa defenestrazione dell’ex vice sindaco di Baselice, Salvatore Brancaccio, per ragioni di politica extra locale: l’adesione alla lista Noi Sanniti per Mastella. Sarebbe intervenuto alla bisogna un diktat del PD, magari di Matteo Renzi in persona, il segretario nazionale del partito." Inizia così la nota della segreteria provinciale del Pd sannita.
«Il mio avvicendamento era già deciso entro la fine dell’anno a prescindere dalla decisione di aderire a Noi Sanniti e partecipare alle elezioni provinciali del 10 gennaio», dice nel merito Brancaccio. «Voglio precisare e meglio spiegare – riferisce in aggiunta il sindaco Domenico Canonico – che si è trattato di un semplice e concordato avvicendamento, così come previsto dal gruppo di maggioranza con l’approssimarsi della scadenza del 31 dicembre scorso». Basterebbero queste dichiarazioni per chiudere la questione con una grassa risata. Tuttavia la falsa notizia viene usata per dare la stura ad uno sproloquio politicante in cui Mastella ha l’ardire di ergersi a paladino delle terre del Fortore e delle sue genti. Roba da stropicciarsi gli occhi! Ovvero, in un capovolgimento farsesco della realtà e della storia, l’illustre ceppalonese, signore assoluto per oltre un trentennio delle vicende politiche del fortore – vicende che hanno condotto quell’area nelle condizioni di marginalità e scarso sviluppo a tutti note – ora indossa i panni del medico per curare la malattia di cui è stato il principale agente patogeno!
Ricordano tuttavia molto bene i cittadini del fortore cosa abbiano prodotto da quelle parti decenni di mastellismo e chi siano i personaggi che l’illustre vorrebbe ritornassero in auge. Non è d’altronde possibile dimenticare la tragicomica storia dell’ospedale di S. Bartolomeo in Galdo, opera giunta a compimento solo negli organigrammi della sanità regionale. Non sono obliabili i trentennali studi di fattibilità sulla fortorina mai elevati al rango di progetti, neppure preliminari. Come si potrebbe d’altro canto tralasciare di richiamare alla mente la consuetudine del mercato delle vacche prodromica della dislocazione territoriale dei servizi di primo soccorso ed emergenza sanitaria?
Si tratta, in effetti, di una storia lunga e molto poco mirabile che un minimo di decenza vorrebbe riposta negli angoli bui della memoria. Angoli che tuttavia non scompaiono dalla coscienza dei cittadini fortorini, già immolati più volte sull’altare della vanagloria dell’illustre ceppalonese cui pare sia già passata la voglia di fare il sindaco della città capoluogo".
Redazione Bn