Ultimi due giorni e poi l'Italia dovrà scegliere se riformare la costituzione oppure tenerla così com'è. A Benevento oggi è arrivato il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, che oltre a un appello per un sì che a suo dire sbloccherebbe il paese sotto diversi punti di vista ha anche fatto il punto su quanto messo in campo dal Governo in materia di agricoltura, rivendicando le enormi opportunità che arriverebbero per una terra a trazione fortemente vitivinicola come il Sannio grazie all'approvazione del Testo Unico del Vino. Ad accoglierlo i vertici del Pd, e una delegazione della Coldiretti. Martina ha illustrato le ragioni del sì, spiegando: «La riforma è una novità utile, si ha bisogno di un parlamento più semplice, meno costoso, che dia risposte più rapide. Non è vero che ci sarà un Senato di non eletti, perché i vostri sindaci e i vostri consiglieri regionali ve li eleggete voi...semmai sono i senatori che per via di leggi elettorali scellerate non vengono scelti da voi. Abbiamo due camere che fanno le stesse cose, con un numero di parlamentari altissimo. Non è possibile, ad esempio, che una legge buona, come il Testo Unico del Vino, debba stare in parlamento mille giorni prima di essere approvata». Martina poi ha rivendicato quanto di buono fatto negli anni del Governo Renzi: «Stiamo facendo la nostra parte, certo ci sono tante cose da fare. Ci sono inversioni di tendenza importanti come quelli sulla disoccupazione giovanile. Domenica c'è un passaggio fondamentale per continuare in questo senso».
Il ministro si è soffermato anche sull'agricoltura e sul Sannio: «Molte associazioni si sono schierate per il Sì, perché un'economia come quella agricola ha bisogno di istituzioni che diano risposte celeri. Il testo unico sul vino è una legge che può elevare molto la competitività, specie in un territorio come questo».
Martina è poi intervenuto sull'alluvione e sulla ricostruzione: «Stiamo lavorando sia con la Protezione Civile che col fondo nazionale. A gennaio partiranno i primi sei milioni di euro di risarcimenti e poi bisogna fare un lavoro più strutturato per quelle attività che hanno bisogno di essere accompagnate nella ricostruzione».
Cristiano Vella