Dalla gente all’agente: Renzi a Benevento

L'analisi di Nicola Sguera e Marianna Farese

Benevento.  

“Ieri un’intera città è stata blindata dalle 11 del mattino, con la creazione di una “zona rossa” che consentisse al Presidente del Consiglio di poter indisturbato parlare davanti ad un platea selezionata. C’è stato uno spiegamento di forze dell’ordine mai visto prima a Benevento e, contestualmente, il divieto di svolgimento di manifestazioni già programmata da settimane.
Il M5S ha partecipato alle contestazioni pacifiche e rumorose, soprattutto all’uscita (che meglio sarebbe definire fuga...) del Premier dal Massimo”.
Così in una nota i consiglieri comunali del M5S, Nicola Sguera e Marianna Farese.

“Purtroppo alcuni nostri attivisti e due consiglieri comunali erano presenti alla carica avvenuta a Viale dei Rettori, assolutamente sproporzionata sia rispetto alla consistenza del corteo dei Centri Sociali (per lo più costituito da giovanissimi) sia rispetto alle presunte provocazioni (un fumogeno da stadio e un petardo rumoroso). Per questo motivo abbiamo immediatamente sollecitato i nostri parlamentari ad approfondire la vicenda per capire se e cosa non ha funzionato nella filiera decisionale. Il dato politico, però, è assolutamente evidente:

un Presidente del Consiglio, oramai rimasto da solo sulla scena mediatica, che occupa (anch’essa...) manu militari, e che batte il paese dalle Alpi alla Sicilia, violando ogni buon senso “riformatore”, invade lo spazio che avrebbe dovuto essere del Parlamento prima e ora dei cittadini, a cui spetta l’ultima parola, fa carta straccia delle auree parole di Calamandrei, che volevano l’esecutivo super partes nelle modifiche della Costituzione.

Un paese spaccato in due, città spaccate in due come Benevento ieri. A nostro avviso, da una parte c’è il paese “tutelato” da una “Casta” politico-imprenditoriale di cui Renzi è (ancora per poco, realisticamente) il referente, una sedicente élite che vede nella riforma uno strumento per controllare più docilmente il paese attraverso un ulteriore potenziamento dell’esecutivo e il neocentralismo che depotenzia i territori; dall’altra c’è il “popolo”, che vive drammaticamente una crisi economico-sociale che sembra senza fine, in buona parte costituito da giovani che vengono depredati del loro futuro.

La visita di Renzi a Benevento, insomma, è per lui una sconfitta: ha dimostrato di essere un leader senza popolo (che non siano le truppe evidentemente portate lì con i metodi suggeriti nella oramai famigerata “lezione” del governatore De Luca, che andrebbe fatta ascoltare nelle scuole come perfetto esempio di machiavellismo politico). Lui, che si vantava di non volere altra scorta se non la gente, ieri ha costretto alla mobilitazione decine di agenti! Non sappiamo chi vincerà il 4 dicembre. Sappiamo con certezza che ci sarà una vittima: la Costituzione italiana. E un responsabile di tutto ciò: Matteo Renzi”.