La pubblica utilità salva le imprese

A sorpresa è boom di aziende che offrono servizi al cittadino: dall’energia ai rifiuti

Benevento.  

In un momento difficilissimo per il comparto pubblico potrebbe derivare proprio dal supporto al pubblico una svolta per le imprese. Almeno, questo è quello che emerge dai dati di una ricerca della Camera di Commercio di Milano sulle aziende che si occupano di servizi di “public utilities”. Trasporti di merci e persone, produzione di energia elettrica, costruzioni di strade e autostrade, telecomunicazioni, smaltimento rifiuti, gas, acqua... il numero di imprese che a Benevento si occupano di questi settori è in forte crescita. Questo emerge dai dati su base annua ricavati dalla Camera di Commercio di Milano attraverso il registro imprese. Una crescita che a Benevento è superiore addirittura a quella di Napoli. Sebbene le altre province della Campania presentino un tasso di crescita delle imprese del comparto delle public utilities superiore q auqllo di Benevento. Venendo al dato sannita: 256 erano le imprese che offrivano servizi di pubblica utilità nel 2013, mentre nel 2014 sono diventata 263, per un tasso di crescita del 2,7 per cento. Un vero e proprio boom, in questo settore si è registrato invece in provincia di Avellino, dove si è passati da 297 imprese registrate neln 2013 a 321 nel 2014. Tasso di crescita che in termini percentuali si traduce in un + 8,1 per cento. Bene anche Salerno, dove le imprese del comparto dell’utilità pubblica sono passate da 1057 a 1104, con un tasso di crescita del +4,4 per cento. Molto bene Caserta, dove si passa dalle 706 imprese registrate del 2013 alle 749 del 2014, con un tasso di crescita del 6,6 per cento. Parziale stagnazione nel settore delle public utilities a Napoli, dove il numero di imprese, su base annua, rimane pressoché immutato (3173 del 2013 e 3177 del 2014), e il tasso di crescita si fermi allo 0,1 per cento (sebbene c’è da notare che Napoli rappresenta il 5,6 per cento del settore a livello nazionale, terza in graduatoria dietro Milano e Roma). «L'analisi fotografa un settore ancora molto eterogeneo in Italia - spiega Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys - lo studio, che considera congiuntamente sia i profili economico-finanziari che quelli di sostenibilità, comunicazione, tecnologia e di rapporto con i consumatori, evidenzia come accanto ai grandi gruppi, ormai di dimensioni sovra regionali o nazionali, vi è una molteplicità di realtà piccole e piccolissime, con differenze di business, solidità e risultati molto differenti. Ma la linea di tendenza è chiara: crescono le dimensioni e aumenta l'efficienza, sebbene ci sia ancora strada da fare perché il settore abbia una struttura simile a quella degli altri Paesi europei”.

di Cristiano Vella