Pnrr e comuni, tra intoppi e interrogativi: "Serve definire gli obiettivi"

Il sindaco di Apice: "Grande opportunità per il paese si sta trasformando in opportunità per Nord"

pnrr e comuni tra intoppi e interrogativi serve definire gli obiettivi
Apice.  

Doveva essere un'occasione e si sta trasformando in un boomerang, o magari in una Chimera in alcuni casi il pnrr per i territori. Parola di chi avrebbe dovuto beneficiarne maggiormente in Italia, i sindaci, costretti a fare i conti con ritardi e problematiche burocratiche, come spiega Angelo Pepe, primo cittadino di Apice: “Il Pnrr poteva essere una grande opportunità per il paese, ma ogni giorno che passa questa opportunità si allontana. Già sembra che ci siano 4 miliardi in meno per la Campania, e quella che doveva essere un'opportunità di rilancio per il Mezzogiorno sembra che stia diventando l'unica opportunità per il Nord”.
Va rivista l'importazione secondo Pepe: “Questi centri decisionali, e mi riferisco a 7800 comuni dove non c'è una regia unica e ognuno fa richiesta ma non entra in un piano strategico complessivo”.

Alta Capacità: "Obiettivo qual è?"

Anche sull'opera fondamentale per un territorio come le aree interne, l'Alta Capacità, Pepe esprime perplessità forti: “Questa stessa situazione l'ho riscontrata sull'Alta Capacità – Alta Velocità: noi avevamo dato il massimo apporto. Ora però sembra di discutere di una distribuzione di pani e pesci senza avere un obiettivo strategico: la grande opera si fa perché abbiamo già i cantieri avviati, in zone che ovviamente orograficamente hanno le loro peculiarità. L'opera si farà e sarà impattante per i cittadini: per ridurre questi disagi servirebbe un piano complessivo di sviluppo, che ahimé ad oggi non c'è”.

Serve programmazione

E sui fondi Pepe spiega: “C'è un andirivieni nel dare disponibilità economica, dai fondi di compensazione Rfi, poi la Regione, che ringrazio, che cerca di integrare quei fondi, ma sembra più una distribuzione a pioggia che una programmazione vera e propria. Oggi ci ritroviamo con due linee ferroviarie, una che verrà dismessa e l'altra che sorgerà, due stazioni, addirittura due blocchi importantissimi che creeranno sicuramente uno sviluppo industriale e mi riferisco allo scalo merci di Benevento e alla piattaforma logistica dell'Ufita, anche se ancora non si sa con quali soldi si farà”.

Definire strategia

Dovremmo metterci attorno a un tavolo e definire degli obiettivi strategici, per quel che mi riguarda è permettere di raggiungere i nostri territori agevolmente. Le aree interne si possono sviluppare solo con uno sforzo di miglioramento delle infrastrutture. Noi abbiamo l'A1 che si sta raggiungendo attraverso il raddoppio della Caianello, ma bisogna andare oltre il collegamento con Benevento e guardare al collegamento con la Puglia. Poi l'A16, non è possibile che uno scalo merci non sia collegabile se non attraverso tanti chilometri quando abbiamo la Fondovalle Calore. Idem per la 90 bis: non può continuare a stare nelle condizioni in cui è. Sarebbe opportuno, tenuto conto che ci sarà una dismissione di una linea ferroviaria che corre lungo il Miscano, trasformarla in una strada di collegamento veloce. Serve visione, perché questi territori hanno ancora tanto da poter offrire”.