“Energia e ambiente? Sono due facce della stessa medaglia. Se non risolviamo il problema energetico non diamo nessun contributo all'ambiente”. Lo ha ribadito il Ministro Gilberto Pichetto Fratin a margine del convegno sul tema “Energia e ambiente: un patto per il Sannio” che si è svolto questa mattina presso la sede Ivpc di San Marco dei Cavoti. Ad accogliere il titolare del Dicastero all'Ambiente e alla Sicurezza energetica il presidente di Confindustria, Oreste Vigorito e il deputato Francesco Maria Rubano alla presenza di sindaci e istituzioni nonché esponenti delle associazioni di categoria.
Al suo arrivo nel Sannio, rispondendo alle domande dei cronisti, il Ministro ha poi assicurato l'impegno del governo per la transizione energetica ed ecologica: “La questione ambientale è una questione di adattamento, tutela del territorio, ma prima di tutto riguarda le emissioni. Qui tra l'altro siamo in una terra che ha cominciato tanti anni fa, con l'eolico, ed è un segnale positivo. Positivo per la realtà, per l'imprenditoria locale, quindi sono quei passaggi anche epocali che dobbiamo sostenere”.
Il piano nazionale integrato per l'energia e il clima
Un impegno che guarda alle nuove sfide del Piano nazionale per l'energia e il clima: “L'impegno del governo per sostenere una svolta nel Paese, che noi dobbiamo assolutamente fare, indicata dal piano nazionale integrato per l'energia e il clima. L'obiettivo al 2030 è avere due terzi che vengono dal rinnovabile – ha ricordato Pichetto Fratin - ma per fare questo dobbiamo fare grandi infrastrutture e poi stare vicino al nostro sistema d'impresa per diventare anche produttori dei mezzi per produrre l'energia elettrica. Non è un gioco di parole: nel senso che noi dobbiamo sviluppare eolico, fotovoltaico ma dobbiamo essere anche noi a produrre pannelli solari e pale eoliche”. E dunque “fondamentale avere anche le professionalità e professionalità significa scuola, alta formazione”.
Snellimento delle procedure? “Questa è l'altra grande sfida. Noi abbiamo delle procedure che sono nate trenta o quarant'anni fa, quando la velocità era un'altra, quando non c'erano i moderni strumenti, il moderno sistema di comunicazione e anche l'impellenza che oggi abbiamo. Quindi la sfida di cambiare le procedure significa dire che, erano giuste probabilmente vent'anni fa quelle che ci sono, oggi non lo sono più. E quindi dobbiamo essere in grado di rispondere automaticamente”.