Lavoro irregolare: l'industria più fiorente

Dati in crescita in Irpinia e nel Sannio

Benevento.  

Qual è la più fiorente industria italiana? Un tempo la risposta sarebbe stata in dubbio, potendo scegliere varie opzioni valide in una gamma che comprendeva la moda, l’artigianato, l’edilizia, per un periodo forse anche l’automotive. Oggi, di fronte alla domanda “Qual è la più fiorente industria italiana?”, si verificherebbe lo stesso scenario, e cioè di dubbio tra varie risposte, provocatoriamente però si potrebbe dire che questa gamma, la nuova gamma, prevede risposte che vanno dalla mafia al lavoro nero.

E’ solo una provocazione, ovviamente, vista la maggioranza di aziende sane che tra mille difficoltà rendono il marchio Italia tra i migliori al mondo. Di certo però la concorrenza alle aziende oneste è forte e agguerrita, e il prodotto della disonestà genera economie fiorenti, ricchissime. Il lavoro nero, in particolare, funziona a meraviglia, genera guadagni enormi e ne sottrae altrettanti alla concorrenza, che poi sono i cittadini, le aziende oneste, lo Stato. Analizzando i dati della Fondazione italiana consulenti del lavoro, infatti, si scopre che due milioni di persone in Italia lavorano completamente in nero, sconosciuti al fisco e agli istituti previdenziali (che pure non se la passano benissimo e non solo a causa del lavoro irregolare).

Due milioni di persone, manodopera eccellente che porta risultati da record: nel 2014 e dei primi 6 mesi 2015, un’economia sommersa di «41 miliardi e 837 milioni» e «una evasione di 25 miliardi di imposte e contributi. D’altronde quando arrivano i controlli i dati sono sconcertanti: Durante il 2014 sono state ispezionate 221.476 aziende da Ministero del lavoro, Inps e Inail, sollevando il velo su «77.387 rapporti non denunciati, quindi gestiti 'in nero', una percentuale del 34,94%». Nel primo semestre dell'anno in corso, invece, «è andata un po' meglio, ma su 106.849» imprese passate al setaccio sono stati individuati circa 31.394 occupati totalmente 'in nero', «ossia il 29,38%». Dati che in Irpinia e nel Sannio tendono ad alzarsi, come testimoniano i periodici bilanci dei controlli nei cantieri e nelle aziende.  

Crisvel

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