Dopo la riunione di ieri (per la Uil Av/Bn c’erano Fioravante Bosco e il legale Aldo Settembrini), presso la sede operativa di Gosaf SpA di Sant’Agata de’ Goti, la sorte dei lavoratori appare sempre più segnata. Difatti, l’amministratore unico della Società, Ulderico Schimperna, ha preannunciato che il 27 agosto, molto probabilmente, presenterà la richiesta di fallimento a fronte di ammanchi per 8,5 milioni di euro e di un utile di cassa di 1,2 milioni di euro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, e che non consentirebbe di portare avanti il concordato preventivo in continuità aziendale, è stata la cancellazione dall’iscrizione della Gosaf SpA dall’Albo dei soggetti abilitati a effettuare attività di liquidazione, accertamento e riscossione dei tributi e di altre entrate delle province e dei comuni, a causa del mancato versamento delle somme dovute ai comuni di Anagni, Pontelandolfo, Benevento, Francolise, Isola del Liri e Portici alle prescritte scadenze. La decisione è stata adottata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze del 7.08.2015 (la Gosaf SpA era iscritta al n. 37 del registro). Intanto, il 4 settembre prossimo, presso la regione Campania andremo a discutere della concessione della cassa integrazione guadagni in deroga per 32 lavoratori su un totale di 62 lavoratori (sono escluse le 9 unità dell’appalto col comune di Benevento), a decorrere dal 1° aprile 2015, per la durata di nove mesi. L’Azienda giustificò la decisione assunta poiché si trovava con un esubero di personale, che di fatto si traduceva anche in un eccessivo peso del costo del lavoro sul proprio volume di affari, dovuto alla circostanza che spesso, il personale è stato 'ereditato' da precedenti gestori dei servizi di accertamento e riscossione. Come si ricorderà, la Gosaf SpA, nello scorso mese di ottobre 2014, è stata oggetto di un’indagine giudiziaria con la comminazione del provvedimento del sequestro preventivo di tutti i beni aziendali e la nomina dell’amministratore giudiziario nella persona del dr. Francesco Baldassarre. La crisi finanziaria della società si è riflessa sulla mancanza di liquidità, e quindi sull’impossibilità di corrispondere gli stipendi ai dipendenti sin dalla fine dello scorso anno. “I lavoratori – dichiara Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento – potrebbero recuperare tre stipendi arretrati e il Tfr dal fondo di garanzia istituito presso l’Inps, mentre qualche altra mensilità potrebbe arrivare dal tesoretto che gestirebbe il curatore fallimentare. Lavoreremo per l’iscrizione di questi lavoratori nelle liste di mobilità o per far concedere loro la Naspi. Resta il dramma di altri posti di lavoro che nel nostro Sannio vanno in fumo”. “Una cosa è certa – conclude Bosco – i comuni sono stati molto superficiali poiché non hanno richiesto, volta per volta, il trasferimento di quanto incassato dalla Gosaf SpA, né hanno preteso che sui conti correnti vi fosse la firma contestuale di un loro rappresentante unitamente a quella dell’amministratore della Società, cosa che è avvenuta solo quando si è insediato l’amministratore giudiziario Baldassarre. Ma la storia del forte ammanco era già venuta fuori”.
Redazione